Alex Txikon verso il K2. Cronache invernali dal Karakorum di Domenico Perri

Domenico Perri presenta la spedizione dell’alpinista basco Alex Txikon che ha come ambizioso obiettivo la prima salita invernale del K2, l’unico Ottomila ancora mai scalato d’inverno.

Il 10 ottobre del 2018 Alex Txikon, in una conversazione telefonica, mi aveva personalmente preannunciato la decisione di affrontare un altro inverno in Himalaya, ma era ancora indeciso circa la scelta, tra varie possibilità, Makalu, Everest o K2. Si ventilava da tempo circa una sua richiesta di permesso di salita invernale al K2. In quei giorni mi aveva chiesto di accompagnarlo al CB del K2, mi aveva anche confessato di essere “molto, molto contento della mia presenza all’Everest con lui…”. Dopo la telefonata avvertii un tuffo al cuore, ripensando all’esperienza trascorsa al seguito della spedizione del 2018. E un tremito nell’anima, ripensando alla opportunità di ripartire ancora una volta. Tuttavia, declinai quasi subito l’invito. Sarebbe stato complicato dovermi assentare per un mese dal mio lavoro. Peraltro, in Karakorum, e nell’area del K2 ero già stato nel 2011 e nel 2014.

Oggi, a circa un anno dal rientro dal campo base dell’Everest, dopo aver seguito la spedizione di Alex Txikon nel 2018 in invernale e senza ossigeno, conclusasi senza esito a causa dei forti venti in quota, riprendo il mio viaggio narrativo verso il K2. Stavolta sarà un racconto personale degli accadimenti e delle vicende relative alla spedizione di Alex Txikon al K2, ed al suo secondo tentativo di invernale. Il primo tentativo, nel 2014, fu prematuramente interrotto dalla burocrazia cinese che negò i permessi ai tre forti alpinisti impegnati nella scalata della parete nord del K2, Adam Bielicki, Denis Urubko e Alex Txikon (adventureblog.net, 17 dic. 2014).

Il racconto che scriverò per i lettori di Planetmountain.com si dipanerà da un vertice insolito, attraverso le testimonianze personali dei membri della spedizione, e il filo diretto che intratterrò con Ignacio De Zuloaga, di Barcellona, coordinatore della spedizione, Eneko Garamendi, un altro membro basco già impegnato nella precedente spedizione all’Everest. Inoltre, con la collaborazione di Asghar Ali Porik, Ceo di Jasmin Tours, l’agenzia pakistana che supporta la spedizione. E naturalmente con Alex, quando ci consentirà un contatto diretto dal campo base.

Con Alex ci sarà Felix Criado, un forte alpinista galiziano, già suo compagno di scalata proprio sul K2 nel 2013 (dopo un tentativo fallito a causa delle intense nevicate), due alpinisti polacchi, Marek Klonowski e Pawel Dunaj, e un gruppo di compagni nepalesi, Nuri Sherpa, Chhepal Sherpa, Geljen Sherpa, Wallung Sherpa e Pasang Sherpa, ormai molto affiatati, grazie alle precedenti esperienze invernali sull’ Everest. Oltre a Ignacio De Zuloaga, ed Eneko Garamendi (manager del campo base), fanno parte del team Bruno Barrilero (pilota di droni e fotografo), Josep Sanchís, Kepa Lizarraga, entrambi medici.

Partiti da Bilbao il 28 dicembre scorso, il team si è ricostituito a Kathmandu. Dopo un breve incontro con Simone Moro, impegnato nella scalata invernale al Manaslu, Txikon ha raggiunto sabato scorso Islamabad, dove ha ritrovato gli altri membri europei del team. Il 6 gennaio, dopo un rapida sosta organizzativa a Skardu, ha ripreso il viaggio raggiungendo nella giornata di ieri il villaggio di Askole, nel cuore del Karakorum, a circa 3000 m. di quota, ultimo avamposto abitato da cui inizia il percorso di avvicinamento al campo base del K2, attraverso il ghiacciaio del Baltoro.

La spedizione denominata K2 WinterTopAppeal ha altre finalità, oltre a quella specificamente alpinistica. Alcune iniziative pionieristiche, quali l’uso dei pannelli solari e le pale eoliche per trasmettere i messaggi, al fine di salvaguardare l’ambiente, riducendo l’uso di fonti energetiche fossili. Inoltre verranno installate svariate stazioni meteorologiche a quote differenti, per monitorare il clima invernale in Himalaya e le previsioni meteo, ma anche per analizzare i cambiamenti climatici in un ecosistema altamente sensibile all’incremento delle temperature terrestri, il tutto gestito dal Basque Center For Climate Research(BC3). Fra gli altri, un ulteriore progetto scientifico, il K2-Xtreme Genetics Project, che si prefigge di studiare i mutamenti genici associati ai cambiamenti fisiologici in organismi sottoposti a ipossia ipobarica estrema. Infine, un progetto di prevenzione e tutela della salute delle popolazioni Baltì, gestito dalla Fundaciòn Baltistan, attraverso la donazione di oltre mezza tonnellata di farmaci e prodotti alimentari alle popolazioni locali, inoltre saranno consegnati generatori di energia elettrica e accumulatori.
Tutto questo grazie all’impegno umanitario e personale di Alex Txikon.

Le spedizioni invernali al K2
Alex , dopo un lungo riserbo, ha deciso di annunciare la scalata invernale del K2 a fine novembre, attraverso un conciso comunicato stampa. Sulla stessa vetta è impegnata un’altra spedizione, russo-kazako-kirghisa, il cui capospedizione è Vassily Pivtsov, con Artem Braun, responsabile dell’organizzazione. Un primo incontro fra i leader delle due spedizioni è avvenuto a Skardu. Un caloroso gentlemen’s agreement fra alpinisti impegnati in un’impresa estrema, fra le più dure al mondo.

Nel frattempo, i soliti incalliti detrattori nostrani, presaghi di sventure di professione, hanno già sposato la causa della spedizione russo-kazako-kirghisa, contrapponendola alla spedizione di Txikon, già data per fallita, poiché ritenuta troppo ambiziosa nel tentativo di scalare la vetta attraverso la Via degli Americani, sulla inviolata cresta nord-est, scalata nel 1978 da un fortissimo team guidato da Jim Whittaker (la Via Americana incrocia la Via Italiana a circa 7950 mt). Peraltro Alex non si è mai pronunciato in modo definitivo sulla scelta della via. Saranno le condizioni ambientali, nivologiche e climatiche a dettar le scelte dei due team. E magari potranno unire le loro forze, come peraltro ventilato dallo stesso Braun, in un’intervista rilasciata a Anna Piunova (mountain.ru), nella quale ha rivelato alcune incognite ed altre interessanti riflessioni sulla spedizione al K2.

Rispondendo alle domande sul tipo di stile adottato dalla spedizione russo-kazako-kirghisa, Braun ha risposto che non intende utilizzare ossigeno durante la scalata, ma solo in caso di emergenza. La via da seguire sarà lo Sperone degli Abruzzi, ritenuta la più sicura, a dispetto della scelta dei polacchi, che decisero l’inverno scorso di salire per la Via Cesen, ripiegando poi sulla Via degli Italiani a stagione conclusa.

Artem Braun aveva già fatto parte della spedizione al Kangchenjunga con Denis Urubko (c’è anche un riferimento indiretto ai motivi del rifiuto di coinvolgere Urubko nella spedizione al K2 di quest’anno) ed era anche membro della spedizione al K2 nell’inverno 2014-2015 per la parete nord (con Urubko, Adam Bielecki e Alex Txikon), poi fallita a causa del rifiuto dei cinesi.
In una intervista a Desnivel, Alex aveva annunciato di aver stabilito contatti con Braun per coordinare le due spedizioni durante la scalata invernale al K2, tuttavia non è stato ancora confermato in modo definitivo un accordo fra le due spedizioni (nella citata intervista ad Anna Piunova, Braun non ha escluso una collaborazione fra i due team, anche se non sa ancora come potrà avvenire).

15 gennaio 2019
Oggi, con un messaggio privato Asghar mi ha appena comunicato che Pawel Dunaj e Marek Klonowski, membri polacchi della spedizione di Txikon, hanno raggiunto il campo base. Ad essa si aggiungerà un altro forte alpinista polacco, Waldemar Kowalewski, di Stettino, appena giunto a Skardu. Intanto il folto gruppo di alpinisti e portatori guidato da Alex, dopo aver bivaccato domenica a Urdukas, a circa 4000 m. di quota, ha appena raggiunto Concordia a 4530 m., ultimo campo prima del CB del K2.

di Domenico Perri
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Info: alextxikon.com

Luca Bana chiude Goldrake 9a+ a Cornalba

Nel tempio dell’arrampicata bergamasca, la falesia di Cornalba in Val Serina, il 21enne climber Luca Bana ha ripetuto Goldrake. Gradata 9a+, la via era stata liberata da Adam Ondra nel 2010 dopo essere stata chiodata anni prima da Bruno Tassi.

Ricordo ancora quando, dopo aver salito lo storico Jedi sulla est di Cornalba qualche anno fa, guardavo con ammirazione (da terra) quel tiro li a fianco, Goldrake liberato da Adam Ondra, chiedendomi se mai un giorno l’avessi provato.

É passato un po’ di tempo e nel frattempo sono migliorato. Quest’anno infatti, circa a metà marzo, sono tornato con una certa idea di metterci le mani, ma quel giorno ho poi optato per Uomo di piazza, bell’itinerario liberato da Gabri Moroni anni fa, riuscendo nella prima ripetizione.

Però la curiosità di misurarmi su Goldrake ormai era tanta, così finalmente mi sono convinto di andare a darci un occhio il weekend successivo. Quel sabato, il primo giorno sulla via, ho piazzato i rinvii e guardato bene tutti i movimenti, risolvendoli piuttosto bene e forse devo dire anche un po’ inaspettatamente.

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Il giorno seguente ho perfezionato qualche ‘methode’ e ho fatto un paio di giri in continuità, scalando bene la prima parte ma cadendo nella sequenza prima del crux. Ero davvero contento e motivato di continuare a provarla perché avevo capito che era una via che comunque avrei potuto fare, complice anche lo stile e i passaggi a me parecchio congeniali fin da subito.

Poi per quasi un mesetto, a causa di altri impegni e del brutto tempo, non ho potuto più andare a provarla. Ma appena possibile avevo intenzione di tornarci, d’altronde non volevo lasciar passare ulteriori giorni: così sabato scorso, con mio papà, sono salito in Corna per vedere come fosse messo il tiro.

I giorni precedenti aveva piovuto molto ma Goldrake (così come le altre vie) era tutta asciutta e le condizioni sembravano davvero buone. Ho fatto un giro di ricognizione per riprendere un po’ di feeling con le prese e i movimenti. Viste le buone sensazioni, ho deciso di provare a fare un giro bello convinto, più che altro per capire un po’ come mi sarei mosso in continuità. Sono riuscito a passare il punto dove ero caduto l’ultima volta, arrivando alla piccola decontrazione prima del crux, neanche troppo stanco. Con ancora un po’ di energia rimasta, ho affrontato quei 5/6 movimenti duri e qualche secondo dopo mi sono ritrovato con la presa della salvezza tra le mani. Non ci potevo credere!

Il tratto duro era fatto, ma la via non era ancora del tutto finita: ho cercato di rilassarmi e concentrarmi bene per salire l’ultima parte in placca, abbastanza delicata e da non sottovalutare. Tutto é andato per il meglio e ho moschettonato la catena, ancora incredulo di averlo salito così velocemente: mi sono bastati 8 tentativi (3 giorni di lavoro) per aggiudicarmi la sesta ripetizione di questo splendido test-piece di alta difficoltà.

Un doveroso ringraziamento a Bruno Tassi, al Camós, per aver avuto l’intuizione di chiodare una linea così futuristica per quegli anni. E ora, testa al prossimo progetto!

di Luca Bana

Luca ringrazia Climbing Technology,Ferrino,SCARPA

SCHEDA: la falesia Cornalba

Piz Buin, Silvretta: Tito Arosio e Rosa Morotti tracciano una nuova via sulla est

Sulla parete est del Piz Buin (3312m) nel gruppo del Silvretta, Alpi Retiche occidentali, domenica 31 marzo Tito Arosio e Rosa Morotti hanno hanno aperto una nuova via di arrampicata di misto e ghiaccio.

Domenica 31 marzo Rosa Morotti ed io abbiamo avuto il piacere di aprire una nuova via sulla parete est del Piz Buin, montagna molto conosciuta nel gruppo del Silvretta, sul confine austro-elvetico. Il gruppo del Silvretta è una zona molto conosciuta per lo scialpinismo Haute Route ma, escluse le vie normali, lo è molto meno per quello che concerne l’alpinismo.

Fino ad ora, non abbiamo notizie di precedenti salite in chiave di misto e ghiaccio della parete est del Piz Buin, ciò è anche confermato dal custode della capanna Tuoi e vari alpinisti grigionesi.

La roccia è molto bella e compatta e si adatterebbe anche a vie di roccia estive; il gestore della capanna ci ha detto che si è avventurato 2 volte lungo la parete est in estate trovando sempre roccia bella, una di queste vie deve avere una o due tiri di corda in comune con il nostro percorso.

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La via è super logica, tanto che fino dalla prima occhiata 4 anni fa, mi sono subito chiesto se tale linea fosse già stata salita e Thomas Wälti (forte guida alpina e profondo conoscitore delle montagne grigionesi) mi aveva subito risposto che secondo lui non ci era mai salito nessuno.

La salita si divide in 3 parti: il couloir per arrivare al nevaio a metà parete, 4 lunghezze di neve e ghiaccio fino a 90’ , il nevaio sui 30-40 gradi, e l’ultima parte di misto (5 lunghezze) che presenta una arrampicata classica di misto (M4) con roccia da molto compatta a qualità mediocre.

Siamo saliti fino all’anticima sud est, e dalla vetta ci separavano 500 metri di cresta piana, siamo discesi in corda doppia attrezzando le soste e dis-arrampicando nelle parti nevose.

di Tito Arosio

Tito ringrazia: Grivel, Marmot, Kayland, Cousin-Trestec

SCHEDA: Parete Est – Piz Buin, Silvretta

Will Gadd scende nel ghiaccio della Groenlandia

L’alpinista canadese Will Gadd si è recato in Groenlandia con il professore Jason Gulley per studiare come l’acqua si muove sotto la calotta glaciale.

“Sono stato in alcuni dei posti più pazzi della terra e ho salito alcune cose davvero folli, ma questo è un altro livello.” L’alpinista canadese Will Gadd riassume così, senza giri di parole, la sua recente esplorazione dentro la calotta glaciale della Groenlandia, effettuata insieme a Jason Gulley, glaciologo e professore dell’Università della Florida.

Il progetto prevedeva di scendere nella calotta glaciale nella regione di Paakitsoq della Groenlandia e poi, una volta raggiunta la falda all’interno del ghiacciaio, di immergersi con le bombole da sub per cercare di capire meglio come si sciolgono le calotte polari.

Dopo un primo viaggio nell’agosto 2018 per identificare un moulin, ovvero un pozzo all’interno del ghiacciaio che trasporta l’acqua dalla superficie al substrato roccioso, sono tornati ad ottobre quando il fiume estivo si era trasformato in ghiaccio, consentendo ai due di calarsi per la prima volta. Con loro grande sorpresa invece del scendere 200 metri come previsto dai modelli scientifici, si sono imbattuti in un’enorme caverna ghiacciata a soli 80 metri di profondità.

A questo punto continuare era troppo pericoloso ed una immersione semplicemente impossibile, ma ciò nonostante Gadd considera questo come uno dei suoi viaggi più riusciti della sua vita. “Abbiamo appreso che il modello che tutti usano per la calotta glaciale della Groenlandia ha bisogno di essere rivisto”, ha spiegato Gadd, aggiungendo “abbiamo fatto una vera scoperta scientifica che avrà un impatto sul modo in cui le persone analizzano lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia.”

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Blogger Contest 2018, Emilio Previtali e Marta Mattalia vincono la 7a edizione

Emilio Previtali, Chiara Pedrazzoni e Lorenzo Pini vincono la sezione racconti brevi della 7a edizione del Blogger Contest, organizzato da altitudini.it; Marta Mattalia, Alessandra Longo e Federica Manzitti vincono la sezione audio storie. La premiazione questa sera presso la Biblioteca Villa di Serio (Bergamo)

Circa 500 anni fa lo scienziato e filosofo francese Blaise Pascal, in fondo a un testo da inviare a un amico, aveva aggiunto: “Scusami se ti ho scritto una lettera lunga ma non ho avuto il tempo per scriverla più corta”. Questo per sottolineare quanto da sempre sia complicato e quanto tempo richieda scrivere un testo breve che sintetizzi in maniera chiara, comprensibile e anche passionale quanto si vuole trasmettere.

Trasmettere emozioni, ricordi, sentimenti che spesso si intersecano, si sovrappongono, si aggrovigliano. Scrivere un testo breve che sia chiaro, semplice e al tempo abbastanza profondo da far riflettere chi lo legge, da lasciare dentro qualcosa anche per solo qualche minuto, è una faccenda dunque molto difficile, e lo è ancora di più se la scrittura è rivolta, come in questo caso, al web, che è un marchingegno veloce, che scappa di mano, che cambia direzione all’improvviso, che sta in un involucro di metallo e plastica e che è l’antitesi del libro portato nello zaino, invitante alla lettura lenta, al sottolineare, al tornare indietro, al trovare altre interpretazioni alla storia scritta. Perciò agli autori del Blogger Contest vanno doppi complimenti: per aver saputo dire molto nella brevità dei loro racconti vocali o scritti, e, al tempo stesso, per averli saputi calibrare alla perfezione al modo che il web richiede.

Per la maggior parte i testi sono stati scritti molto bene, il tema “Sentieri neri” centrato, le foto di accompagnamento pregevoli. Unica osservazione che mi permetto di fare è stata una visione di qualcuno troppo legata al mondo della montagna; chissà, forse influenzato dalla parola “sentieri” contenuto nel tema.

Vittorie sul filo di lana
Io, che fino a pochi istanti fa non conoscevo nessuno degli altri giurati, ho votato più per l’originalità dell’idea che per la qualità della scrittura, anche perché lì fare una scelta sarebbe stato difficile, visto il livello complessivamente elevato. E alla fine, scorrendo i voti di tutti, mi ha fatto piacere vedere che anche gli altri giurati hanno interpretato la faccenda come me. Hanno prevalso testi e audio storie usciti fuori dal seminato, che hanno mosso il primo passo partendo da una idea originale o comunque diversa dal percorrere un sentiero, affrontare una cima o una discesa con gli sci, perdersi e ritrovarsi lungo una via di salita. Vittorie sul filo di lana, perché in entrambi i settori sarebbero bastati uno o due punti in più dati a un altro per sovvertire le classifiche. E anche questo è indice del pregio omogeneo dei lavori presentati.

L’ingrato compito di scegliere
Veniamo allora ai vincitori. La terza posizione, per quanto riguarda la sezione dei testi scritti, è l’esempio di quanto appena detto. Va a Lorenzo Pini, autore di Equatore, che dopo cinque parametri di valutazione espressi da ognuno dei sei giudici, ottiene lo stesso punteggio di Chiara Pedrazzoni, autrice di Latrato. Insomma fatta la somma dei voti, ecco il pari merito, ma il regolamento prevede solo una classifica “un due tre”. Perciò Chiara ha fatto un piccolo passo avanti per aver saputo rendere il suo racconto più intimistico, più rivolto all’esplorazione dell’anima che del luogo. L’ingrato compito di scegliere tra Chiara e Lorenzo è toccato a me e devo confessare che dopo aver segnalato agli organizzatori del concorso la mia scelta ho riletto e riletto ancora le loro storie e ho avuto all’incirca tremila ripensamenti. No, accidenti forse era meglio il lavoro di Lorenzo, si però quello di Chiara… e viceversa, per un sacco di volte.
Il vincitore tra i racconti scritti è Emilio Previtali che, per ribadire ancora quanto già detto, con il suo L’ultimo re dello Straddle, ha sopravanzato i due autori precedenti di appena due punti. Facile dirà qualcuno, premiare Previtali, che è cantastorie di lungo corso e che da tempo ha trovato nella scrittura il suo mestiere. Invece quei due soli punti hanno dimostrato che non è stato facile per niente. A determinare la scelta non è stato tanto lo stile narrativo indiscutibile buono quanto, ancora una volta, l’originalità della sua idea.

Leggere e vedere nella testa il film
Tutte e tre le storie hanno due cose in comune: la semplicità del linguaggio, la trasmissione di immagini chiare. Leggere e vedere nella testa il film è stato un tutt’uno. Ho detto fin troppo, chiedo soccorso a Gianluca Stazi, che è un produttore di audio storie, che vi dirà chi sono i premiati dei testi in voce. Prima però una osservazione finale: la montagna è diventata più appetibile e forse anche più amata da un grande numero di persone da quando è entrata nelle storie che si raccontano, si leggono e si capiscono con facilità. Non più solo la grande impresa, riservata agli alpinisti, non più solo la grande guerra, riservata agli studiosi e agli storici, non più solo la grande solitudine, riservata solo a chi la sa capire. Un tempo per avvicinarsi alla montagna l’unica occasione era fornita dagli incontri del CAI, oggi si va molto più volentieri a manifestazioni come questa in cui ci troviamo, dove la montagna è quotidianità, della gente che la vive e ci lavora e di quelli che la raccontano.

Franco Faggiani
Presidente giuria Blogger Contest.2018

La sezione “audio storie” continua a crescere raccogliendo narrazioni di qualità che ci conducono, attraverso la potenza del suono, sui sentieri tracciati dagli autori. Per audio storie non intendiamo solamente un testo letto, ma una vera scrittura sonora capace di cogliere l’essenza di un incontro con una persona o un luogo. Federica, Marta, Alessandra, ma anche Andrea, Luca e Valentina hanno saputo cogliere la nostra idea di audio storia e l’invito a raccontare i “sentieri neri”, facendoci ascoltare come suona “una scelta di vita, un cambio di rotta, un prendere di petto i nostri limiti…”.
E così, eccoci salire le pendici ripide a aride del monte Dakrur che domina l’oasi di Siwa, per poi riscendere attraverso la stretta e scura Via della Croce Bianca che porta alle banchine del porto di Genova, transitando per il Colle Clapier con il piede che affonda nella neve, la fredda sabbia delle montagne…
Ha proprio ragione Philip Roth: “Come scava in profondità, il nostro udito! Pensate a tutto quello che significa capire da qualcosa che hai solo ascoltato. La divinità di avere un orecchio! Non è, come minimo, un fenomeno semi-divino essere scagliati tra i torti più reconditi di un’esistenza umana in virtù di null’altro che questo: starsene là seduti, al buio, a sentire quello che si dice?”.
Anche per le audio storie le vittorie sono tutte sul filo di lana e personalmente mi spiace non avere un podio a quattro scalini. Complimenti a tutti gli autori!

Gianluca Stazi
Giuria di premiazione Blogger Contest.2018

La 7a edizione del Blogger Contest si è conclusa con 77 unità multimediali ammesse su 77 candidature. Tra tutte le opere sono stati selezionati 39 autori, comprese 6 audio storie, che hanno concorso per la fase finale. Nel corso del mese di dicembre 2018 la giuria di premiazione composta da Franco Faggiani (presidente), Sandro Campani, Eva Toschi, Stefano Lentati, Gianluca Stazi, Eleonora Bujatti ha esaminato le unità multimediali finaliste e, mediante l’applicazione dei criteri di giudizio contemplanti nel regolamento, decreta vincitori della 7a edizione del Blogger Contest:

A) UNITÀ MULTIMEDIALE “RACCONTO BREVE”

1 posto / L’ULTIMO RE DELLO STRADDLE, di Emilio Previtali
L’esperienza della scrittura messa al servizio di un racconto breve che parte da una idea geniale, lontano dal tracciato montano che hanno invece percorso molti altri racconti partecipanti al Blogger Contest. Una storia che prende infatti spunto da una disciplina dell’atletica leggera, il salto in alto, e attraverso un linguaggio semplice, comprensibile ma dove ogni parola ha il suo posto giusto e il suo ruolo per farci riflettere sul fatto che le tracce “che prima sono da battere possono diventare una via da seguire”, quindi che non bisogna mai avere timore di prendere nuove direzioni, e che comunque “quella di seguire un sentiero nero è una qualità assoluta, sia per chi vuole innovare, sia per chi sente la necessità di resistere e di opporsi al cambiamento”. Ognuno dunque nella vita è il tracciatore dei propri sentieri.
Premiato da: SUUNTO / SALEWA / Rifugio Lagazuoi

2 posto / LATRATO, di Chiara Pedrazzoni
Una attenta riflessione e una elegante forma per esprimerla. Su una sensazione paurosa e misteriosa che tutti proviamo quando ci sentiamo persi, “in un bosco nebbioso e buio carico di odori e abitato da creature” o nel reticolo della vita, quando offre ambientazioni e personaggi analoghi. Chiara non è una blogger nel senso classico, anzi un blog suo non ce l’ha proprio, e questo racconto è tra i suoi primi tentativi per trovare il coraggio di rendere pubblici i suoi sentimenti, come lei stessa ha spiegato. Il coraggio vero si può dimostrare in prima linea oppure nel prendere consapevolezza di quel che si è davvero. Chiara dovrà essere consapevole di aver avuto una bella idea e di averla saputo sviluppare con attenzione, abilità narrativa e sentimento.
Premiata da: FEERRINO

3 posto / EQUATORE, di Lorenzo Pini
L’autore è un viaggiatore-geografo e un osservatore sensibile dei sistemi eco ambientali in cui si trova immersa la terra, sistemi sempre più delicati e precari. Tutto questo lo ritroviamo molto ben delineato nel suo bellissimo racconto, in una natura davvero selvaggia, quella della foresta pluviale africana, che incute timore per la sua ridondanza a volte opprimente, che suscita ammirazione per la capacità e la naturalezza di coloro che quell’ambiente, così remoto rispetto a quello che noi siamo abituati a frequentare, la sanno vivere. Lorenzo ci fa vivere in poche righe dentro atmosfere magiche, ci fa fare un viaggio che richiede coraggio, descrivendo i luoghi e le persone con le parole calibrate dello scrittore e il dettaglio di uno sceneggiatore di classe.
Premiato da: SALEWA / AKU

B) UNITÀ MULTIMEDIALE “AUDIOSTORIE”

1 posto / SIWA E SALE, di Marta Mattalia
L’audio storia di Marta Mattalia ci porta lontano, se chiudi gli occhi anche lontanissimo ma, ugualmente e gentilmente ci riporta alla fatica della quotidianità che, anche in cima ad una montagna di conchiglie fossili, non ti abbandona. Un racconto ricco di visioni e sentieri da percorrere: nel passato, nel presente e, ma solo forse, nel futuro. Siwa e sale è una storia al femminile (ammesso che ne esista il genere) dove le donne l’attraversano, a volte come dee, altre come fantasmi, ma sempre presenti. Musica, testo e suoni arricchiscono di emozioni forti un racconto che sembra richiudersi alla perfezione con l’incipit iniziale. Alla fine, dopo qualche secondo di silenzio, passato un leggero senso di assenza, ti viene voglia di premere play nuovamente.
Premiata da: SUUNTO / SALEWA

2 posto / COL CLAPIER, di Alessandra Longo
Chissà se l’audio storia di Alessandra Longo ha avuto, come ispirazione, l’avventura di un gruppo di inglesi che nel 1959 volle dimostrare che il passaggio di Annibale per il Colle Clapier era fattibile. Forse la storia di Alessandra ci vuole dire anche dell’inutilità delle avventure quando queste vogliono solo soddisfare l’orgoglio degli uomini. Uomini che, se vorranno un futuro possibile per la Terra dovranno ricordarsi di non essere i soli ad avere diritto di viverci sopra.
Premiata da: AKU / CAMP

3 posto / CARUGGI, di Federica Manzitti
Federica Manzitti porta se stessa, e noi con lei, dentro un’ombra del suo passato. Un segno, una via stretta che contiene quella parte di umanità, ultimi e più sotto ancora, che noi abbiamo messo da parte. Non c’è invenzione nel racconto che ascoltiamo, c’è una vita di qualcuno che lotta dentro e fuori da sè stesso. Lotta, non vince, non perde, vive. Federica raccoglie per noi una voce pacata che ci fa conoscere l’altra faccia della luna. Quella scura.
Premiato da: AKU / CAMP

C) LA GIURIA SEGNALA LE SEGUENTI OPERE E CONFERISCE I PREMI:

FALLO ANCHE TU, di Luca Orsini
FRONTIERA, di Gabriele Gallo

Opere segnalate e premiate da Adventure Awards Days. Gli autori parteciperanno dal 10 al 12 maggio 2019 a Canale di Tenno (Garda Trentino, TN) all’Adventure Awards Days, il festival internazionale dell’avventura e dell’esplorazione. Come inviati speciali di altitudini.it avranno il compito di raccontare l’AAD2019. L’invito include: accredito giornalistico con accesso libero a tutti gli eventi, pernottamento, buono pasti e colazione.

OMBRA E SILENZIO, di Nicola Narduzzi
Opera segnalata e premiata da SALEWA. L’autore parteciperà dal 14 al 17 marzo 2019 parteciperà al SALEWA Get Vertical Base Camp a Obergurgl/Hochgurgl in Austria per un’avventura di ski mountaineering. Come inviato speciale di altitudini.it avrà il compito di raccontare il Get Vertical. L’invito include un outfit completo SALEWA da ski mountaineering e l’utilizzo dei materiali tecnici.

ALLA TAVOLA DELLE MOSCHE, di Niki Gresteri
Opera segnalata e premiata da PalaRonda Trek. L’autore riceve il premio PalaRonda Hard Trek. Il premio è offerto dai rifugi delle Pale di San Martino, vale per due persone e comprende: trekking di 6 giorni, con 5 notti in ½ pensione nei 5 rifugi delle Pale e un pass in funivia per la salita al rifugio Rosetta. Come inviato speciale di altitudini.it avrà il compito di raccontare il Palaronda Trek.

OLTRE LA LINEA, di Federico Amanzio
I SENTIERI NON SERVONO PIÙ, di Andrea Pasqualotto
GAIA, di Astroz Crag (E.D.)
QUATTRO ANNI NON SONO POCHI, di Federico Ravassard

Opere segnalate e premiate da skialper. Gli autori avranno pubblicato il loro racconto sulla rivista skialper (punto di riferimento degli appassionati di montagna outdoor) oltre ad un abbonamento annuale alla rivista con le monografie tematiche dedicate ai test dell’attrezzatura da montagna.

SCRIVERE LEGGERI, PREMIAZIONE BLOGGER CONTEST. 2018
La premiazione avrà luogo venerdì 1 marzo 2019, alle ore 20.30 presso la Biblioteca Villa di Serio (a 15 minuti da Bergamo), in Via Papa Govanni XXIII, 60. Durante la serata “Scrivere leggeri”, appuntamento conclusivo del programma del Festival Letterario Presente Prossimo, saranno protagoniste le storie (e non solo quelle raccontate nel Blogger Contest), le persone (i blogger, gli scrittori, i membri della giuria, gli sponsor e altri ancora) e i luoghi (perché ogni storia ci porta da qualche parte). Una occasione speciale per incontrare, nel reale, i tanti autori del Blogger Contest che spesso ci accompagnano nelle ore più strane della nostra giornata e per scoprire il mondo, diverso ma altrettanto eccellente, degli scrittori da schermo luminoso e, con loro, incrociare i nostri sentieri neri, perché solo percorrendoli potremo essere non perfetti, ma completi.

“Scrivere leggeri, premiazione del Blogger Contest. 2018” è ideata da altitudini.it, in collaborazione con Festival Presente Prossimo, Associazione Gente di Montagna, Alture, Biblioteca di Villa di Serio. Info www.facebook.com/events/957005984504321/

FIFA explain why City avoid transfer ban but Chelsea didn’t

A FIFA spokesman has explained why Manchester City have succeeded where Chelsea failed in avoiding a transfer ban, the Mirror reports.

City have been fined £315,000 by the governing body after being found guilty for breaking rules on signing under-18 players.

The Premier League champions have “accepted responsibility” for the breach of regulations and will now be allowed to sign players in the next transfer window, unlike Chelsea.

The Blues were unable to make any signings over the summer and are currently banned from making additions to the squad in January.

FIFA explained that City’s sanction is more lenient as they accepted their wrongdoing.

“Generally speaking, FIFA’s judicial bodies handle all cases on an individual basis as circumstances differ from case to case,” a FIFA spokesman told the Mirror.

“In its decision on Manchester City, FIFA’s Disciplinary Committee took into consideration all specific circumstances of the case as well as the club’s cooperation in clarifying the relevant facts.

“It is important to stress that the specific circumstances of this case differ from previous cases involving breaches relating to the international transfer and registration of players under the age of 18.

“Please note that in line with article 50 (8) of the FIFA Disciplinary Code (2019 version), ‘at any time prior to the meeting set up to decide the case by the relevant judicial body, a party may accept responsibility and request the FIFA judicial bodies to impose a specific sanction. The FIFA judicial bodies may decide on the basis of such request or render a decision which it considers appropriate in the context of this Code.’

“Furthermore, according to article 24 (3) of the FIFA Disciplinary Code, ‘when determining the disciplinary measure, the judicial body shall take into account all relevant factors of the case, including any assistance of and substantial cooperation by the offender in uncovering or establishing a breach of any FIFA rule, the circumstances and the degree of the offender’s guilt and any other relevant circumstances.’

“Lastly, as you can see here , Manchester City has accepted its responsibility, which has been considered by FIFA’s Disciplinary Committee in its decision.”

Chelsea are still waiting on the result of their appeal which will determine whether they can sign players in the January transfer window.

 

Sanchez ‘fuming’ after ‘angry’ bust-up with Man Utd youngster

Alexis Sanchez was involved in a training ground bust-up with Manchester United youngster Mason Greenwood, according to reports.

Sanchez scored just one goal and assisted three in 20 Premier League appearances last campaign as his struggles since joining United in January 2018 have only continued.

The Chilean was part of a swap deal that saw Henrikh Mkhitaryan head to the Emirates Stadium.

Sanchez is desperately trying to return to fitness so that he can stake a claim for a spot in Ole Gunnar Solskjaer’s squad after being injured during Chile’s third-placed play-off at the Copa America.

And now The Sun claims that Sanchez ‘was left fuming in pre-season after a clash with rising star Mason Greenwood‘.

Greenwood ‘fouled’ him in his first training session back with the United squad and ‘angry words were exchanged between the pair’.

The report adds that Sanchez is still part of Solskjaer’s plans despite rumours that he could leave the club over the summer and he has ‘spent time working away from the squad in his bid to return to action’.

 

£107.6m target admits ‘the Manchester United story is finished’

Sergej Milinkovic-Savic says that his “Manchester United story is finished” after the closure of the Premier League transfer window.

Milinkovic-Savic was linked with a move to England for the 427th consecutive summer for a quite ridiculous £107.6m.

United opted to sign no midfielders at all, leaving Milinkovic-Savic at Lazio for another season despite intense reported interest.

The 24-year-old insists he is fine with how things have turned out as he prepares for a fifth straight year in Italy.

“The Premier League transfer window is shut, so the Manchester United story is finished,” he told Serbian outlet Espreso.

“I wasn’t irritated by everything that was written in the papers, because my mind was concentrated on preparing for the new season in the best possible way.

“I am where I am and I want for nothing at Lazio. I don’t think much about the transfer market.

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“All sorts of things were written about me, but I know where my mind is and who I have a contract with.”

 

Scholes: Why I’m ‘worried’ Man United ‘may get found out’

Paul Scholes is “worried” that Manchester United “may get found out” when they face “the better teams”.

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United started the season in emphatic fashion with a 4-0 victory over Chelsea at Old Trafford on Sunday.

Ole Gunnar Solskjaer’s side made a huge statement against a fellow Champions League hopeful – and the kneejerk reaction is that they will be the Premier League’s top scorers this season.

But Scholes fears that a relatively weak midfield could be their undoing, with Paul Pogba, Andreas Pereira and Scott McTominay struggling to control proceedings against Chelsea.

“I’d be worried about that,” Scholes told Optus Sports of United’s midfield muddle.

“I thought Pereira was a little bit quiet. The lad has got ability, he’s a young player, he’s not played much football.

“I think against the better teams in midfield they may get found out. Which is why I’m saying against the better teams, counter-attack.

“I don’t think they are the type of team when they play against the top teams, like Chelsea or Manchester City, who are going to go toe-to-toe with them with possession.

“I just don’t think they are a good enough team to do that.”

 

Liverpool and Roma in talks over £15m defender deal

Dejan Lovren is edging closer to a Liverpool exit after the Reds opened talks with Roma over the sale of the centre-back.

The Croatia defender has been left out of Liverpool’s squad for Wednesday night’s UEFA Super Cup final against Chelsea, with the club putting his absence down to illness.

But widespread reports claim Liverpool are discussing with Roma a £15million deal that would see Lovren end his career at Anfield after five years.

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Lovren is Jurgen Klopp’s fourth-choice centre-back and failed to make the bench on Friday night when Liverpool began their Premier League season at home against Norwich.

The 30-year-old is said to be resigned to his fate and ready to leave the club he joined from Southampton for £20million in 2o14.

Though AC Milan are also credited with an interest in Lovren, it seems Roma have intensified their efforts to land the World Cup finalist.