Dave MacLeod ripete Mystic Stylez 8C a Magic Wood

Click:Weigh Safe Adjustable Trailer Hitch Ball Mount

A Magic Wood in Svizzera Dave MacLeod ha salito il boulder Mystic Stylez 8C.

Ghiaccio, misto, roccia… a prescindere dell’elemento, solitamente Dave MacLeod effettua le sue difficili salite sulle pareti Nord di casa sua, in Scozia. Ma quando passa il confine e si avventura più a sud solitamente non passa molto tempo prima che riesca a lasciare suo segno. Infatti, lo scozzese ha appena concluso un bel viaggio boulder in Svizzera dove, due settimane fa, ha chiuso il boulder New Base Line 8B+ a Magic Wood, e ora Mystic Stylez, un corto ed intenso boulder di 8C liberato dallo statunitense Daniel Woods.

MacLeod ha fatto rapidi progressi iniziali, ma poi è stato ostacolato dal gran caldo che nella “foresta magica” ha registrato picchi fino a 35°C. Difficile pensare ad una buona riuscita ma vedendo le previsioni meteo MacLeod ha posticipato il ritorno a casa. Così l’arrivo della bassa pressione che ha colpito l’Europa centrale si è rivelato fondamentale. MacLeod è riuscito a salire il suo primo 8C ieri, proprio mentre cadevano le prime gocce di pioggia ed iniziava a soffiare il vento della bufera. Forse sono state queste condizioni “Scozzesi” ad aiutarlo?

Click Here: Fjallraven Kanken Art Mini

Schubert e Fakhritdinova vincono il Duello del Rock Master Festival

Jakob Schubert e Dinara Fakhritdinova si sono aggiudicati il Trofeo Lattisi del Rock Master 2012

Quando si tratta di duello Lead state sicuri che lo spettacolo è assicurato. Ed è stato così anche questa volta. La formula ormai è rodata: metti i primi otto classificati del Rock Master uno contro uno su due percorsi identici. La difficoltà è di 7b/7c. La consegna è di arrivare prima dell’altro per non essere eliminati. E poi via di gran corsa verso il top con accoppiamenti stile tabellone tennistico.

Si inizia con i quarti donne e con Angela Eiter (la vincitrice del Rock Master Lead 2012) che batte l’ecuadoregna Caroline Rosero. Si prosegue con il duello tra Barbara Bacher (Aut) che tiene un ritmo che costringe all’errore Jenny Lavarda che cade. Stessa cosa nel testa a testa successivo; l’austriaca Christine Schranz cade mentre la russa Dinara Fakhritdinova vola al top. Poi tocca alla russa Evgenia Malamid sprintare e battere l’israeliana Valery Kremer. Beh, già da quest’inizio si è capito che le russe, anche quando si tratta di andare veloci, ci sanno fare.

Sicuramente ci sa fare con lo sprint anche Adam Ondra che, nei quarti maschili, brucia in 1′ e 24” il russo Mikhail Chernikov. Adam ha davvero corso come un matto e si pensa già che questo per oggi sia il record della pista. Poco prima lo spagnolo Ramon Julian Puigblanque, che di certo non ha nella velocità una delle armi migliori, aveva superato con un gran recupero sotto il tetto (stile senza piedi) lo sloveno Urban Primozic. Mentre l’austriaco Jacob Schubert ha battuto l’italiano Silvio Reffo e l’austriaco Mario Lechner ha avuto la meglio sull’olandese Jorg Verhoeven. Una cosa è sicura: Puigblanque con il Rock Master vuole portarsi a casa anche il Trofeo Ennio Lattisi, alias il Duello. Ondra ma anche Schubert non hanno alcuna intenzione di lasciarglielo fare. Tanto più che la semifinale sarà uno stellare Ondra vs Puigblanque!

Tocca per prime alle donne arrivare al dunque. La prima semifinale vede Eiter e Bacher viaggiare fino a metà parete in perfetta parità, quasi fossero gemelle. Poi la Bacher guadagna spazio finché va via e arriva al top quando Angela sta ancora sotto al tetto. La Eiter comunque continua per un platonico top e non sbaglia perché questo le dà la possibilità di passare il turno: alla Bacher infatti non viene dato il tocco del top. E’ dunque la Eiter che passa in finale con la Fakhritdinova che, a sua volta, nell’altra semifinale ha battuto la connazionale Malamid.

Certo questa non dev’essere la giornata fortunata per Barbara Bacher visto che le sfugge pure il bronzo che nella finalina per il 3° e 4° posto va ad una brava Malamid che così bissa il 3° posto ottenuto nel Rock Master. Resta ancora il duello finale tra Eiter e Fakhritdinova ma la 19enne russa ha una marcia in più e per Angela non c’è nulla da fare. Alla Fakhritdinova và il Trofeo Lattisi mentre la Eiter si può ben consolare con il 2° posto che sommato alla vittoria nel Rock Master è un “bottino” niente male.

La semifinale maschile parte con il botto. Puigblanque e Ondra partono a razzo con lo spagnolo che sembra non voler cedere neanche un centimetro all’avversario, poi però sotto al tetto Ondra spinge sull’acceleratore per prendersi il top che lo lancia in finale. Non è finita perché, nell’altra corsa di semifinale, Jacob Schubert scopre le sue carte e, alla velocità della luce, fulmina il connazionale Mario Lechner con l’incredibile tempo di 1′ 15”. Nove secondi meno di Ondra… Ci sarà da divertirsi. Intanto però in ballo c’è la finalina per il 3° e 4°, dove Mario Lechner, senza alcun timore reverenziale, si spara su seminando Puigblanque e vincendo con un buon margine. Adesso tocca al gran finale di Ondra vs Schubert. Beh come si possa correre così su un 7c è cosa che ha a che fare con altri livelli e altri mondi. I due vanno davvero a velocità supersonica. Ondra perde leggermente terreno, sotto al tetto sembra spacciato ma non molla. E’ una lotta. Intanto Schubert supera (senza piedi) il gran tetto. Ondra con una bracciata sembra poter rimontare ma non c’è nulla da fare, Schubert batte sul top e vola. Questo Duello (assolutamente incredibile) è suo come il Trofeo Lattisi del Rock Master 2012

Classifica Duello Maschile
1 Jakob Schubert 1990 AUT
2 Adam Ondra 1993 CZE
3 Mario Lechner 1991 AUT
4 Ramón Julian Puigblanque 1981 ESP
5 Jorg Verhoeven 1985 NED
6 Silvio Reffo 1990 ITA
7 Mikhail Chernikov 1985 RUS
8 Urban Primozic 1992 SLO

Classifica Duello Femminile
1 Dinara Fakhritdinova 1992 RUS
2 Angela Eiter 1986 AUT
3 Evgenia Malamid 1987 RUS
4 Barbara Bacher 1982 AUT
5 Valery Kremer 1991 ISR
6 Christine Schranz 1988 AUT
7 Jenny Lavarda 1984 ITA
8 Carolina Rosero 1993 ECU

Click Here: mochila fjallraven

Ole reveals Sanchez in ongoing Man Utd transfer ‘talks’

Ole Gunnar Solskjaer has confirmed that Alexis Sanchez played in a behind-closed-doors friendly match for Manchester United last week and has given an update on his future.

A United side worth £130.8million featuring Sanchez, Juan Mata and Nemanja Matic won a behind closed doors friendly against Sheffield United at their Carrington training ground on Tuesday.

Inter Milan are interested in bringing the forward to San Siro, having already completed a move for United striker Romelu Lukaku earlier in the summer.

The Serie A outfit are reportedly hopeful of securing a season-long loan for the Chilean by this weekend, with an option to make the move permanent next summer.

And Solskjaer confirmed there have been negotiations over Sanchez‘s exit, he told reporters: “There are still talks with some clubs.

“But he played in that game and he played well. As I have said he is working well. Let’s see in September what is going to happen.”

United host Crystal Palace on Saturday hoping to continue their solid start to the season after victory against Chelsea on the opening weekend before a draw at Wolves on Monday night.

On whether there has been a change in team spirit from side which drew with Palace last year, Solskjaer added: “I didn’t watch the game last year, we had a game ourselves with Molde but I heard they had a few counter attacks.

“Wilf (Zaha) was close to scoring, team spirit great, we’ve got loads of energy and passion, you can see the way we went about the game at Wolves our pressing was excellent.

“We gave them five mins in the second half that was it really apart from that… the engine looks so much better, and everyone is fit, when you’re fit you’re mentally strong as well.”

 

Click Here: COLLINGWOOD MAGPIES 2019

Gaz Parry in video su Reservoir Dogs a Widdop

Il video di Gaz Parry sulla via Reservoir Dogs E8 7a a Widdop, Inghilterra.

Quanto ‘svaso’ può essere uno spigolo? Tanto, ma proprio tanto se è come quello su Reservoir Dogs. Come il film di Quentin Tarantino (in Italia uscito con il titolo Le iene) che ha dato il nome alla via, questa linea è diventata una classica del genere gritstone ed è considerata una delle più belle della regione dello Yorkshire nel nord dell’Inghilterra, alla pari con The New Statesman e Loaded con le quali forma la “Yorkshire arete trilogy”.

La via era stata liberata da Robin Barker e ripetuta da John Dunne e Nick Clements ma poi si era rotto un importante “sassolino” sul passaggio chiave. A mostrarci come tenere quello spigolo, quel temuto svaso, è Gaz Parry, il sette volte campione Britannico del boulder che nel 2008 era riuscito per primo a ripetere la via nella sua nuova versione. Ora ne è uscito il video.

Click Here: COLLINGWOOD MAGPIES 2019

A Walk in Nature

Una passeggiata nella natura in… video. Due settimane a piedi tra i paesaggi e il respiro della grande natura dell’Europa nord orientale.

Non occorrono parole. Non serve neanche sapere dove si è esattamente. Basta lasciarsi rapire dal paesaggio e dall’immaginazione. Camminare. Vedere. E, passo dopo passo, farsi prendere da altre dimensioni. Immergersi, piano piano, nel respiro di quel tempo immemorabile che ci ha preceduti e che sarà dopo di noi. Quelli che vi proponiamo sono 3 minuti di autentiche visioni catturate per la NotWorkingFilms da Fabio Palmieri. Due settimane di “passeggiata”, nell’Europa nord orientale, per rivivere l’immensa forza e grandezza della natura. Imperdibile, come la Natura da salvare.

Click Here: geelong cats guernsey 2019

Erri De Luca: l’ Everest e la colonna da milioni di euro

Abbiamo chiesto allo scrittore e alpinista Erri De Luca di commentare le foto delle code all’Everest che in questi giorni girano su internet… ecco la sua visione.

Nemmeno in Dolomiti a ferragosto sulla più ripetuta via ferrata si accumula una colonna simile. Sarebbe interessante calcolarne il fatturato: permessi di salita, viaggi, guide, portatori, bombole di ossigeno, abbigliamento. E’ una colonna da milioni di euro. Dunque la distesa di corde fisse all’ Everest è diventata un vasto golf club dove la buca è una sola e sta sulla cima. In un solo giorno di maggio hanno infilato la loro pallina circa centocinquanta incolonnati.

Questo non toglie niente alla magnifica montagna che rimane la perfetta sommità di madre terra. I suoi pendii hanno ospitato la più desiderata avventura di alpinisti eccelsi, la loro insonnia e le loro discese stremate. Le montagne restano illese e vergini di neve fresca a ricoprire la traccia battuta. La colonna in marcia commerciale toglie invece ogni senso, valore e titolo a chi ci mette il piede sopra in questo modo. Spero che presto ci si possa arrivare in elicottero, una foto e via, ritorno a casa in giornata.

Erri De Luca

>> la foto di Ralf Dujmovits

>> L’Everest, la folla e la corsa nel nulla
>> Everest come Gardaland, intervista a Simone Moro

Click Here: true religion jean short

Coppa del Mondo Lead 2012 – Verhoeven e Oda vincono a Imst

Sabato 11 agosto la terza tappa della Coppa del Mondo Lead 2012 è stata vinta da Jorg Verhoeven e da Momoka Oda.

La lotta nella Coppa del Mondo Lead 2012 si sta intensificando e dopo le prime due tappe in Francia, venerdi e sabato scorso gli atleti sono approdati a Imst in Austria dove a primeggiare sono stati l’olandese Jorg Verhoeven e la giapponese Momoka Oda.

Per certi versi Verhoeven è un atleta di casa – visto che risiede nella vicina città di Innsbruck – è dopo essere stato assente dalle prime due gare ha deciso che al terzo appuntamento non poteva mancare e ha fatto bene, dimostrando la classe e la caparbietà che gli aveva fatto vincere la Coppa del Mondo Lead 2008. Evidentemente l’inverno tra i boulder degli USA gli aveva giovato sia fisicamente sia mentalmente e Verhoeven ha battuto Jakob Schubert e Sachi Amma di una presa soltanto; per separare i due è stato preso in considerazione il risultato della semifinale. Il migliore della Semifinale, lo spagnolo Ramón Julian Puigblanque, si è dovuto accontentare del quinto posto, battuto dal norvegese Magnus Midtboe ma comunque più in alto degli altri finalisti, lo svizzero Cedric Lachat, il francese Romain Desgranges e il tedesco Thomas Tauporn. Da segnalare l’ottimo 12° posto di Stefano Ghisolfi, il migliore degli italiani, seguito da Francesco Vettorata (17°), Marcello Bombardi (20°) e Silvio Reffo (26°).

Click Here: Cardiff Blues Store

In gara femminile la Oda ha vinto in maniera convincente, salendo 3 prese più in alto della slovena Mina Markovic che in Semifinale aveva segnato l’unico top. Alle loro spalle si sono fermate, purtroppo tutte e tre sulla stessa presa, l’austriaca Johanna Ernst, la russa Evgenia Malamid e la francese Charlotte Durif, mentre la francese Hélène Janicot, la giapponese Yuka Kobayashi e la belga Mathilde Brumagne si sono piazzate 6°, 7° e 8° rispettivamente. Mentre Andrea Ebner si è fermata 33°, Jenny Lavarda ha concluso la sua prova 15°, mancando il passaggio in finale di un soffio e trovandosi esclusa dall’ultimo round con altre fortissime atlete come Jain Kim, Katharina Posch, Magdalena Röck e la campionessa del mondo Angela Eiter… Questo per dire che la lotta per qualificarsi per la finale è sempre una lotta tra titani.

A proposito di campionessa del mondo: la gara di Imst è stata una delle ultime prove prima del Campionato del Mondo a Parigi. Prima di arrivare nella capitale francese ci sarà l’ultimo round della Coppa del Mondo Boulder a Monaco – dove Anna Stöhr potrà “divertirsi” avendo già la vittoria in tasca, mentre Kilian Fischhuber e Rustam Gelmanov lotteranno fino all’ultimo boulder per la vittoria finale – e ovviamente il Rock Master Festival a fine agosto con le sue difficilissime prove di Speed, Boulder e Lead.


Risultati Imst, Austria 10-11/08/2012
Lead Uomini

1 Jorg Verhoeven NED 47+
2 Jakob Schubert AUT 46+
3 Sachi Amma JPN 46+
4 Magnus Midtboe NOR 44.5+
5 Ramón Julian Puigblanque ESP 35+
6 Cédric Lachat SUI 32+
7 Romain Desgranges FRA 27+
8 Thomas Tauporn GER 27+

Lead Donne
1 Momoka Oda JPN 60+
2 Mina Markovic SLO 57+
3 Johanna Ernst AUT 51+
4 Evgenia Malamid RUS 51+
5 Charlotte Durif FRA 51+
6 Hélène Janicot FRA 50+
7 Yuka Kobayashi JPN 50+
8 Mathilde Brumagne BEL 48+

Diretta Slovacca al Denali per Bullock e Houseman

Dal 24 al 27 giungo gli alpinisti britannici Nick Bullock e Andy Houseman hanno effettuato una delle rare ripetizioni della Via Diretta Slovacca al Denali (6194m) in Alaska.

“Da quando ho letto il racconto di Mark Twight sulla salita, effettuata insieme a Scott Backes e Steve House, della via slovacca in un’unica soluzione, ho sognato di tentare questa via. E’ una di quelle vie da considerare come un rito di passaggio – cinquemilacinquecento piedi di arrampicata tecnica, tremilacinquecento piedi di alpinismo classico – novemilapiedi in totale (ho fatto la somma per chi è nullo in matematica come me). Salire la via slovacca è stata la realizzazione di un sogno…”

Ecco come l’alpinista britannico Nick Bullock riassume la sua ultima avventura, l’importantissima ripetizione assieme al suo connazionale Andy Houseman della diretta slovacca sul Monte Denali (alias McKinley) in Alaska. Una via, aperta in 11 giorni nel 1984 dai fortissimi slovacchi Blajez Adam, Tono Krizo e Franticek Korl, che supera la parete sud con 2700m di salita e difficoltà complessive di VI (scala Alaska) WI6 M6+ A2, ripetuta soltanto cinque volte in 28 anni, tra cui spicca ovviamente quella di Twight, Backes e House in 80 ore … Facile capire quindi perché quella via e quella cima alta 6194m sono stati un sogno nel cassetto di Bullock e Houseman!

I due britannici hanno ripetuto la via in 84 ore complessive. Dopo una “falsa partenza” dovuta al seracco ancora in condizioni troppo pericolose, ecco la partenza alle 2:30am del 24 giungo. Dopo 9 ore di arrampicata consecutiva hanno raggiunto il primo bivacco nella parte terminale del grosso nevaio: “La maggior parte dell’arrampicata quel primo giorno” racconta Bullock nel suo blog “era accettabile ma una ripida colata di ghiaccio ha reso il tutto un po’ piccante.”

“Il secondo giorno siamo entrati nel vivo della via slovacca” continua Bullock “ventisette ore continue per raggiungere i pendii sul lato di Big Bertha (il grande seracco che separa i 58 tiri tecnici della via slovacca dalla via Cassin, n.d.r) e poi avanti fino alla via Cassin. L’arrampicata è simile a quella della Colton/Macintyre sulle Grandes Jorasses ma tutto in dimensione più grande: c’è semplicemente così tanta arrampicata di qualità. Canaloni, goulotte, cascate di ghiaccio, misto simile a quello che si trova nei Cairngorms in Scozia, ghiaccio dalle miglior cascate canadesi, e il tutto in un anfiteatro così grande da renderci insetti insignificanti.”

Dopo 27 ore di arrampicata non-stop i due hanno raggiunto la fine delle difficoltà tecniche e hanno bivaccato una seconda notte lì dove la via slovacca si congiunge con la Via Cassin. Da notare che sull’ultimo tiro Houseman ha impiegato un’ora e mezza e ammette che non ha mai dovuto lottare così tanto come su quei 70 metri!

A questo punto, dopo un breve riposo, li separavano poco più di 1000m dalla cima. Un ultimo tratto considerato molto più facile tecnicamente rispetto al terreno già superato ma comunque un grande test, sopratutto di resistenza. Infatti, poco dopo essere ripartiti, i due sono stati bloccati dalla bufera e costretti ad un terzo bivacco. 16 ore più tardi, finalmente una breve finestra di bel tempo e la tanto desiderata cima alle 16:30 del 27 giugno.

“Salire la parte alta della via Cassin” afferma Bullock “è stata come attraversare il Purgatorio…” prima di conclude sul suo blog” anche se non ho scalato molto in Himalaya, la sensazione di essere “fuori dal mondo” non è mai stata così forte come su questa salita.” Dopo essere scesi per la West Buttress, anche Housemann non ha dubbi “Sei giorni sulla montagna, quattro giorni sulla via è l’esperienza più appagante, impegnativa e totalmente appassionante che io abbia mai vissuto.”

Per maggiori informazioni sulla salita ed altre foto visitate www.andyhouseman.blogspot.co.uk e www.nickbullock-climber.co.uk

Click Here: Cheap Chiefs Rugby Jersey 2019

Mondiali di Sci Alpinismo 2013: Italia doppio argento nelle staffette mondiali

Nelle prove Relay dei Mondiali di scialpinismo, gli azzurri conquistano l’argento allo sprint tra gli uomini (oro alla Svizzera) e un argento tra le donne (oro alla Francia), mentre non lasciano possibilità di gloria agli avversari della categoria Giovani grazie a Alba De Silvestro, Davide Magnini e Nadir Maguet si mettono un oro al collo per concludere in bellezza i mondiali.

Nell’ultima giornata dei mondiali di scialpinismo di Les Ecrins, è stata la volta delle prove a staffetta, e l’Italia dei Senior conquista due medaglie d’argento dal sapore agrodolce. Infatti se da una parte il secondo posto della formazione femminile – composta da Gloriana Pellissier, Alessandra Cazzanelli ed Elena Nicolini – sorprende per le poche possibilità di cui era accreditata alla vigilia, dall’altra la piazza d’onore tra gli uomini lascia un po’ di amaro in bocca.

Ma andiamo con ordine. Nella gara donne il terzetto composto da Fabre, Mollaret e Roux ha dettato legge, e non poteva essere diversamente con Laetitia Roux in ultima frazione a chiudere un mondiale epico per lei e per la formazione transalpina. Le tre ragazze italiane hanno chiuso distaccate di un minuto e mezzo, ma soprattutto tenendo a debita distanza le avversarie dirette della Svizzera.
La prova maschile è la gara che non ti aspetti, con i padroni di casa veri favoriti della vigilia che però hanno dovuto cedere la lotta per il gradino più alto del podio a Svizzera e Italia.

La partenza dei nostri come peggio non si poteva: nella bagarre del via Damiano Lenzi (nella foto a sinistra) perde una pelle e si ritrova ultimo, ma l’ossolano non si perde d’animo e rimonta tanto da dare il cambio a Manfred Reichegger in seconda posizione. L’altoatesino mantiene il gruppo di testa come farà il terzo frazionista azzurro, Michele Boscacci. Tutto si risolve nell’ultima frazione, con la caduta del francese Jacquemoud che lascia allo svizzero Marcel Marti e al nostro Robert Antonioli il duello finale per il primato. Al fotofinish sono soltanto sei decimi di secondo a premiare l’elvetico e a lasciare alla squadra azzurra la gioia dell’argento.
E se il buongiorno si vede dal mattino, avremo di che confermare la leadership italiana nello skialp anche nel prossimo futuro, grazie alla netta vittoria dei Giovani azzurri: oro per Alba De Silvestro (Junior), Davide Magnini (Cadetti) e Maguet (Junior) su Svizzera e Francia.

"Che dire? Piena soddisfazione per quanto abbiamo raccolto – ha commentato Oscar Angeloni, ct della nazionale italiana – essere protagonisti in tutte le prove a staffetta è sinonimo di forza nazionale, e i nostri ragazzi sono stati davvero “superb” come dicono da queste parti".

CLASSIFICHE
Maschile

1 SUI Anthamatten, Senior 34:10.4
1 SUI Ecoeur, Senior 34:10.4
1 SUI Steindl, Senior 34:10.4
1 SUI Marti, Senior 34:10.4
2 ITA Lenzi, Senior 34:11.0
2 ITA Reichegger, Senior 34:11.0
2 ITA Boscacci, Espoir 34:11.0
2 ITA Antonioli, Espoir 34:11.0
3 FRA Sevennec, Senior 34:50.7
3 FRA Bon Mardion, Senior 34:50.7
3 FRA Gachet, Senior 34:50.7
3 FRA Jacquemoud, Espoir 34:50.7

Femminile
1 FRA Fabre, Senior 32:25.3
1 FRA Mollaret, Espoir 32:25.3
1 FRA Roux, Senior 32:25.3
2 ITA Pellisier, Senior 33:47:3
2 ITA Cazzanelli, Espoir 33:47.3
2 ITA Nicolini, Senior 33:47.3
3 SUI Gex-Fabry, Senior 34:23.3
3 SUI Mathys, Senior 34:23.3
3 SUI Richard, Senior 34:23.3

Giovanile
1 ITA De Silvestro, Junior 30:16.4
1 ITA Magnini, Cadet 30:16.4
1 ITA Maguet, Junior 30:16.4
2 SUI Müller, Cadet 32:17.3
2 SUI Corthay, Cadet 32:17.3
2 SUI Brodard, Junior 32:17.3
3 FRA Mollard, Junior 32:32.9

Click Here: Maori All Blacks Store

Attacco terroristico al Campo base del Nanga Parbat: almeno 10 le vittime

Gravissimo ed incredibile attacco terroristico all’una di notte al Campo Base del Nanga Parbat sul versante Diamir (Pakistan). Si contano almeno 10 alpinisti uccisi.

La scorsa notte un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione al Campo base del Nanga Parbat sul versante Diamir uccidendo almeno 10 alpinisti, alcune fonti parlano di 11. Secondo le prime notizie tra questi ci sarebbero alpinisti di nazionalità ucraina, cinese, russa e un pachistano. Ma ancora la situazione non è del tutto chiara.

Secondo quanto riportato da huffingtonpost.com il ministro dell’Interno pachistano Chaudhry Nisar Ali Khan ha riferito che gli stranieri uccisi sarebbero 5 ucraini, 3 cinesi e 1 russo, mentre un alpinista cinese sarebbe stato soccorso. Secondo repubblica.it l’atto terroristico sarebbe stato rivendicato dal movimento estremista talebano Jandullah. Molte fonti riportano che il gruppo di terroristi avrebbe fatto irruzione nel Campo base indossando divise della polizia.

Per explorersweb.com un alpinista turco, Tunc Findik, si trovava al Campo 2 al momento dell’attacco e sembra che ora stia scendendo insieme all’iraniano Mehdi Gholipour e ad alcuni sherpa nepalesi. Ma la situazione è ancora molto confusa. Attualmente la zona e il campo Base sono presidiati dalla Polizia pachistana. In questa stagione erano 50 gli alpinisti di varie spedizioni impegnati sulla montagna.

E’ la prima volta che un fatto così grave accade in una regione considerata relativamente tranquilla come quella del Gilgit-Baltistan. Quel che è successo è stata una cosa davvero del tutto inaspettata. Una vera tragedia.

>> 25/06/2013 – Nanga Parbat e l’incredibile tragico attacco terrorista
>> 24/06/2013 – Attacco terroristico al Nanga Parbat: gli alpinisti abbandonano il Campo Base
>> 23/06/2013 – Attacco terroristico al Campo base del Nanga Parbat: almeno 10 le vittime

Click Here: All Blacks Rugby Jersey