Adam Ondra dà il nome alla via di arrampicata più difficile del mondo

La prima via d’arrampicata sportiva al mondo gradata 9c e liberata da Adam Ondra la scorsa domenica a Flatanger in Norvegia perde il suo nome provvisorio di ‘Project Hard’ e ora ha un nome ufficiale: Silence. Lo stesso Ondra spiega questo nome e indirettamente anche il senso della sua arrampicata.

Dopo la strepitosa prima libera di domenica scorsa, Adam Ondra si è preso cinque giorni di tempo per riflettere e trovare il nome giusto per quella che è indubbiamente la via d’arrampicata sportiva più difficile al mondo. E da oggi il primo 9c mondiale non si chiama più Project Hard, ma semplicemente Silence.

Chi ha letto la nostra intervista subito dopo la prima libera del primo 9c al mondo non rimarrà sorpreso, visto che il 24enne ci aveva raccontato che arrivato in catena non era riuscito a urlare di gioia come al solito, e che invece è rimasto lì seduto in silenzio mentre sentivo l’arrivo delle lacrime.

Adesso il climber ceco spiega ulteriormente quell’attimo irripetibile: "Quando stavo salendo la sezione chiave della via, sentivo di essere immerso nel mio mondo, la mia mente era in totale silenzio, il mio corpo era rilassato ed eseguiva i movimenti in totale armonia nonostante l’estrema difficoltà. Quando ho raggiunto la catena, volevo urlare, ma non ci sono riuscito. Ero troppo sopraffatto per rompere il silenzio."

Silence 9c, Flatanger, Norway. (formerly known as Project Hard). When I was climbing through the crux of this route, I felt like if I was in my own world, with my mind in complete silence, my body relaxed and flowing up the moves in complete harmony despite the extreme difficulty of the moves. When I reached the anchor, I wanted to scream, but I could not. Too overwhelmed to break the silence. pic by @bernardo_gimenez @climbflatanger @montura_official @lasportivagram @blackdiamond @mytendon @chimpbars @gardatrentino @ivavejmolova @pavelblazek

A post shared by Adam Ondra (@adam.ondra) on Sep 8, 2017 at 3:00am PDT

ADAM ONDRA 9b e 9B+
03/2010 Golpe de Estado, Siurana, Spagna. 9b, ripetizione
02/2011 La Capella, Siurana, Spagna. 9b, prima salita
03/2011 Chaxi Raxi, Oliana, Spagna. 9b, prima salita
04/2011 Chilam Balam, Villanueva del Rosario, Spagna. 9b+, ripetizione
04/2011 La Planta de Shiva, Villanueva del Rosario, Spagna. 9b, prima salita
10/2012 Change, Flatanger / Hanshallaren, Norvegia. 9b+, prima salita
02/2013 Fight or Flight, Oliana, Spagna. 9b, ripetizione
02/2013 Dura Dura, Oliana, Spagna. 9b+, prima salita
08/2013 Iron Curtain, Flatanger / Hanshallaren, Norvegia. 9b, prima salita
08/2013 Move, Flatanger / Hanshallaren, Norvegia. 9b, prima salita
12/2013 Vasil Vasil, Sloup, Repubblica Ceca. 9b+, prima salita
02/2014 First Round First Minute, Margalef, Spagna. 9b, ripetizione
11/2015 C.R.S., Mollans, Francia. 9b, prima salita
02/2016 Stoking the Fire, Santa Linya, Spagna. 9b, ripetizione
10/2016 Robin Úd, Alternativna stena, Slovacchia. 9b, prima salita
02/2017 Pachamama, Oliana, Spagna. 9b, ripetizione
02/2017 Mamichula, Oliana, Spagna. 9b, prima salita
04/2017 Queen Line, Laghel – Arco, Italia, 9b, prima salita
04/2017 Lapsus, Andonno, Italia, 9b, prima ripetizione
09/2017 Project Hard, Flatanger / Hanshallaren, Norvegia. 9c, prima salita

Info: www.adamondra.com, Instagram Adam Ondra, www.lasportiva.com

Edward Mills vince premio per salita di Old Man of Hoy e raccolta fondi contro il cancro

Il bambino di 8 anni Edward Mills, che aveva raccolto oltre 30.000 € contro il cancro salendo The Old Man of Hoy in Scozia, ha vinto il prestigioso premio britannico annuale ‘Young Fundraiser of the Year – Pride of Britain Awards’.

Vi ricordate Edward Mills, il climber di 8 anni che lo scorso giugno aveva salito The Old Man of Hoy, una delle vie d’arrampicata più famose della Gran Bretagna, per raccogliere fondi nella lotta contro il cancro visto che a sua madre era stato diagnosticato un tumore in fase terminale?

Ne avevamo dato notizia non tanto per il fatto che Mills era diventato il più giovane a salire il famoso faraglione sulle Isole Orcadi nel nord della Scozia, ma perché era riuscito a raccogliere oltre €30,000 che poi sono stati devoluti Climbers Against Cancer, l’ONLUS conosciuta in tutto il mondo verticale creata da John Ellisonnel 2012.

Bene, l’iniziativa di Mills non è passata inosservata e qualche settimana fa ha ricevuto il prestigioso “Young Fundraiser of the Year”, un premio molto seguito in tutto il Regno Unito che viene celebrato ogni anno dal 1999. Complimenti a Mills e a chi ha reso possibile questa piccola, grande impresa. Sua mamma, ne siamo sicuri, sarebbe stata molto, molto orgogliosa.

OLD MAN OF HOY
Click Here: Adelaide Crows Guernsey Salita per la prima volta nel 1966 da Chris Bonington, Tom Patey e Rusty Baillie, la torre alta 137 metri è uno dei faraglioni più alti della Gran Bretagna e rappresenta una vera icona dell’alpinismo britannico.

Per saperne di più visitatejustgiving.com,thebmc.co.uk,Climbers Against Cancer, prideofbritain.com

Valanga in Grignetta, perdono la vita Giovanni Giarletta ed Ezio Artusi

Tragedia in Grignetta: hanno perso la vita in una valanga Ezio Artusi e Giovanni Giarletta, due uomini del Soccorso alpino lecchese.

È con immenso dispiacere che apprendiamo e diamo notizia della valanga avvenuta nel primo pomeriggio di oggi in Grignetta Meridionale che ha travolto gli alpinisti Ezio Artusi, 41 anni, di Introbio e Giovanni Giarletta, 37 anni di Lecco.

Entrambi erano esperti alpinisti, entrambi erano del Soccorso Alpino, e Giarletta era da poco tornato a casa dopo aver coronato quello che sicuramente era uno dei suoi sogni più grandi: la salita del Cerro Torre lungo la Via dei Ragni, insieme a Manuele Panzeri e Tommaso Sebastiano Lamantia.

Ci uniamo al cordoglio espresso pochi minuti fa dal Soccorso Alpino e Speleologico Lombardo:

“Il Servizio regionale lombardo del Soccorso alpino desidera esprimere profondo cordoglio, vicinanza e riconoscenza alle famiglie dei due tecnici che hanno perso la vita oggi in Grignetta, a causa di una valanga. Ezio Artusi, 41 anni, di Introbio, e Giovanni Giarletta, 37 anni, di Lecco, erano due soccorritori effettivi e tecnici di soccorso del CNSAS da anni. Esperti alpinisti, molto attivi all’interno della loro Stazione, su di loro si poteva sempre contare: non abbiamo avuto il tempo per ringraziarli di tutto. Il CNSAS Lombardo è vicino anche a tutta la XIX Delegazione Lariana, a cui Ezio e Giovanni appartenevano.

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Il presidente nazionale del CNSAS Maurizio Dellantonio si unisce al SASL con questo messaggio “L’intero Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico si stringe con forza alle famiglie e agli amici dei nostri due uomini che hanno perso la vita oggi sulla Grignetta, in provincia di Lecco. Una placca insidiosa di neve ha travolto e ucciso Ezio Artusi, 41 anni di Introbio e Giovanni Giarletta, 37 anni di Lecco, mentre erano impegnati in un’escursione personale. Erano da anni in forza al Soccorso Alpino lombardo, con alle spalle numerosissimi interventi di soccorso. L’intero Corpo piange questi due nostri amici”.

Link: www.giornaledilecco.it

Transcavallo 2018: Eydallin – Magnini e Valmassoi – Theocharis sono i nuovi campioni italiani di scialpinismo

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Ieri durante la 35° edizione della Transcavallo Matteo Eydallin e Davide Magnini hanno vinto il Campionato Italiano a squadre, insieme a Martina Valmassoi e Dimitra Theocharis. La gara di scialpinismo a squadre che con tre tappe corre tra le montagne venete dell’Alpago e quelle friulane di Piancavallo è stata vinta da Manfred Reichegger e William Boffelli e Valmassoi e Theocharis.

Le previsioni lo avevano annunciato, una perturbazione avrebbe interessato le montagne dell’Alpago, e così è stato. Le 120 squadre iscritte alla terza tappa della 35° Transcavallo, valida anche per l’assegnazione del Campionato Italiano, si sono svegliate sotto a una leggera nevicata. Il Comitato Organizzatore, presieduto da Diego Svalduz, ha provato a posticipare la partenza di 45 minuti per scongiurare l’abbandono del percorso originale, ma a nulla sono serviti gli sforzi profusi. In quota le condizioni meteo non lasciavano altre possibilità di scelta che ripiegare sul percorso di riserva. Il dislivello complessivo di sola salita, oltre 2000 metri, non è cambiato, purtroppo però gli atleti non hanno potuto affrontare la spettacolare cresta che dal Monte Guslon si dirige verso il Castellat, e il canalino delle placche, che per fortuna era stato affrontato durante la seconda tappa.

Dopo il ritiro dalla gara a tappe durante il secondo giorno di Matteo Eydallin e Damiano Lenzi, il Centro Sportivo Esercito, per conquistare il titolo tricolore, ha schierato insieme a Eydallin il giovanissimo Davide Magnini.

Da Col Indes a pochi chilometri da Tambre, le 120 squadre sono partite per affrontare la prima salita di Cima Vacche. In testa si sono messi a dare il ritmo Matteo Eydallin e Davide Magnini, alle loro spalle Manfred Reichegger e William Boffelli, appena dietro la squadra di Viret-Equy. Al cambio pelli è Davide Magnini che arriva per primo, ma in una manciata di secondi arrivato tutti gli altri. Nella successiva discesa la situazione non cambia e i battistrada si ripresentano al termine della seconda salita senza grossi stravolgimenti. Nella terza e penultima salita le posizioni iniziano a delinearsi con Eydallin – Magnini che iniziano a prendere il largo. In seconda posizione Reichegger – Boffelli seguiti da Viret – Equy e Oberbacher – Craffonara. Nell’ultima salita che conduce al cambio di assetto di Cima Vacche, Eydallin – Magnini si presentano con poco meno tre minuti di vantaggio sulla squadra Reichegger – Boffelli. La discesa finale è una lunga passerella che porta i due nazionali a tagliare il traguardo con il tempo di 1:55’34’’, la seconda posizione è di Reichegger – Boffelli, mentre il podio di giornata è conquistato da Samuel Equy e Leo Viret. Per quanto riguarda il Campionato Italiano sul terzo gradino del podio ci salgono Oberbacher – Craffonara. Mentre la classifica della 35° Transcavallo (gara a tappe) vede in prima posizione Reichegger – Boffelli, in seconda Viret – Equy, e in terza Beccari – Skjervheim.

In campo femminile, Martina Valmassoi e Dimitra Theocharis si aggiudicano Campionato Italiano e 35° Transcavallo. Da segnalare che la terza tappa è stata vinta dalla coppia Cecilia De Filippo – Malene Haukoy, ma per il regolamento federale prevede che il Campionato Italiano venga assegnato a una squadra appartenente allo stesso sci club. In seconda e terza posizione del Campionato Italiano di classificano rispettivamente Elena Nicolini – Margit Zulian e Monica Sartogo – Anna Finizio. La classifica della 35° Transcavallo dietro a Valmassoi – Thocharis si classificano Martina Chialvo – Samantha Odino.

Per quanto riguarda le categorie Master il Campionato Italiano è stato assegnato alla squadra di Martin Esler – Ivan Antiga, mentre tra le donne il titolo è andato alla coppia formata da Claudia Pontirolli e da Ilaria Cavallari.

Le categorie Master della 35° Transcavallo sono state vinte da Mauro Bettin e Mauro Corazza.

Sponsor: SCARPA, KARPOS

Tutte le informazioni su www.transcavallo.it

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James Pearson libera Power Ranger, audace e bella arrampicata trad a Chattanooga

Nella falesia di Chattanooga, USA, il climber inglese James Pearson ha liberato la difficile e pericolosa via d’arrampicata trad Power Ranger, gradandola 5.14R / 8c.

Per oltre un decennio la ricerca di James Pearson di vie d’arrampicata trad difficili e allo stesso tempo molto belle lo ha portato in tutto il mondo, inizialmente dalle falesia nel Peak District in Inghilterra al resto della Gran Bretagna, poi in Francia, Italia e persino in Ciad, Giappone e Sudafrica. Adesso il climber inglese è tornato da un viaggio negli USA dove è riuscito a liberare Power Ranger a Sunset Rocks, Chattanooga, Tennessee, una via d’arrampicata trad descritta dal 32enne climber come “semplicemente fantastica” .

La via deve la sua unicità non solo alle difficoltà fisiche e psicologiche – al giorno infatti d’oggi vie di 8c dove bisogna piazzare le protezioni sono ancora estremamente rare – ma anche alla bellezza innata dell’arrampicata. Una parete iniziale relativamente facile ma comunque difficile da proteggere porta ad un buon riposo, prima di iniziare la sezione chiave nella parte alta. Attraverso una serie di movimenti lunghi si arriva al clou, un passaggio delicato e complicato, per poi concludere con una sezione di grande resistenza. Pearson ha provato la linea per la prima volta lo scorso febbraio ed è rimasto subito ossessionato da questa “bellissima sequenza fluida di movimenti”, tanto che è tornato quest’autunno con la moglie Caroline Ciavaldini per liberare la via.

Dopo la salita Pearson ha commentato: “Questa via è bellissima – una sola fila di prese su una parete altrimenti completamente liscia. Non c’è altro modo per salirla, nessun modo per imbrogliare, hai a disposizione soltanto quel poco che la natura ci ha dato. I movimenti richiedono forza, ma allo stesso tempo sono delicati, con un evidente passaggio chiave ma anche la possibilità di cadere su qualsiasi movimento. Le protezioni sono buone, la distanza tra le protezioni abbastanza grande, e se cadi in maniera controllata dovresti essere OK. Tuttavia l’arrampicata è strana, la corda corre dietro la gamba e cadere dai movimenti in alto ti manderebbe esattamente nella direzione in cui non vorresti andare! Non sono mai caduto dagli ultimi movimenti quindi non posso dirlo con certezza. Forse è sicura, forse no… solo il tempo lo dirà.”

James Pearson arrampicata trad
Le Voyage – Annot, Francia (2017, prima salita)
The Carbondale Shortbus – Indian Creek, USA (2016, ripetizione)
The Quarryman – Llanberis, UK (2016, ripetizione)
Passenger – Mizugaki, Japan (2016, prima salita)
Bonanno Pisano – Cederberg, Sudafrica (2015, prima salita)
Rhapsody – Dumbarton, UK (2014, ripetizione)
Something’s Burning – Pembroke, UK (2014, flash)
Is not always Pasqua – Interprete, Italia(2013, ripetizione)
A Denti Stretti– Balmanolesca, Italia (2013, prima salita in stile trad)
Muy Caliente – Pembroke, UK (2011, ripetizione)
The Return of the Jedi – Bank Quarry, UK (2011, ripetizione)
Gerty Berwick – Ilkley, UK (2009, ripetizione)
The Walk of Life – Dyer’s Lookout, UK (2008, prima salita)
The Groove – Cratcliffe Tor, UK (2008, prima salita)
The Promise – Burbage North, UK (2007, prima salita)

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World Games di Wroclaw: le foto più belle dell’arrampicata

Dal 20 luglio al 30 luglio 2017 Wrocław (Breslavia) in Polonia ha ospitato la decima edizione dei World Games. Oltre 35.800 atleti hanno partecipato nell’edizione 2017 dedicata a 36 sport diversi, tra cui anche l’arrampicata sportiva con le sue tre discipline Lead, Speed e Boulder.

Nella Lead il giapponese Keiichiro Korenaga ha vinto la medaglia d’oro, salendo fino alla stessa presa di Yuki Hada ma battendo il suo compagno di squadra grazie al miglior risultato in semifinale. Il canadese Sean McColl si è piazzato terzo, davanti al francese Romain Desgranges, Domen Skofic ed un superlativo Francesco Vettorata; tutti e tre sono caduti dalla stessa 22esima presa e quindi sono stati spareggiati in base al risultato della semifinale. A chiudere la classifica finale, il climber di casa Maciej Dobrzanski e l’australiano Campbell Harrison. Nella gara femminile ancora una volta i tracciatori non sono riusciti a separare le tre stelle del momento, ovvero la belga Anak Verhoeven, la slovena Janja Garnbret e la francese Julia Charnoudie, e quindi anche qui per spareggiarle è stato preso in considerazione il risultato della semifinale. A seguire Jain Kim (4°), Jessica Pilz (5°), Akiyo Noguchi (6°), Mina Markovic (7°) e Claire Buhrfeind (8°).

A rubare la scena nel Boulder è stata la 19enne serba Stasa Gejo che come unica atleta ha chiuso ogni blocco della finale, mentre con tre top Miho Nonaka si è piazzata seconda. La francese Fanny Gibert si è assicurata la medaglia di bronzo, davanti a Akiyo Noguchi, Monika Retschy e Margo Hayes, 4°, 5° e 6° rispettivamente. Nella gara maschile, invece, l’unico autore di quattro top è stato il 19enne giapponese Yoshiyuki Ogata, mentre con tre top il tedesco Jan Hojer si è guadagnato la medaglia d’argento, davanti al russo Aleksei Rubtsov.

Nella gara Speed c’è da registrare non solo la vittoria della russa Iuliia Kaplina, ma anche il nuovo record del mondo femminile che la Kaplina ha stabilito nella finale, battendo la francese Anouck Jaubert con il tempo record di 7.32 secondi. Nella piccola finale la russa Anna Tsyganova è riuscita a battere la sua compagna di squadra Mariia Krasavina. Nella finale maschile l’iraniano Reza Alipourshenazandifar ha vinto la prima medaglia del suo paese battendo l’ucraino Danyil Boldyrev che è caduto durante l’ultimo sprint. Nella piccola finale Stanislav Kokorin ha battuto per un soffio Marcin Dzienski per aggiudicarsi la medaglia di bronzo.


Nella foto: tracciatura durante i World Games di Wroclaw

LEAD MASCHILE
1 Keiichiro Korenaga JPN 32+
2 Yuki Hada JPN 32+
3 Sean Mccoll CAN 29+

4 Romain Desgranges FRA 22+
5 Domen Skofic SLO 22+
6 Francesco Vettorata ITA 22+
7 Maciej Dobrzanski POL 22
8 Campbell Harrison AUS 19
9 Ramón Julian Puigblanque ESP
9 Oliver Marx RSA

LEAD FEMMINILE
1 Anak Verhoeven BEL 39+
2 Janja Garnbret SLO 39+
3 Julia Chanourdie FRA 39+

4 Jain Kim KOR 39
5 Jessica Pilz AUT 39
6 Akiyo Noguchi JPN 38
7 Mina Markovic SLO 33+
8 Claire Buhrfeind USA 29+
9 Margo Hayes USA
10 Karina Miroslaw POL
10 Lucinda Ann Stirling AUS

BOULDER MASCHILE
1 Yoshiyuki Ogata JPN 4t9
2 Jan Hojer GER 3t6
3 Aleksei Rubtsov RUS 2t3

4 Mickael Mawem FRA 2t4
5 Tomoa Narasaki JPN 1t4
6 Manuel Cornu FRA 1t5
7 Kokoro Fujii JPN
8 Campbell Harrison AUS
9 Borna Cujic CRO
9 Andrzej Mecherzynski-Wiktor POL
11 Sean Mccoll CAN
12 Adam Ludford RSA

BOULDER FEMMINILE
1 Stasa Gejo SRB 4t10
2 Miho Nonaka JPN 3t10
3 Fanny Gibert FRA 2t2
4 Akiyo Noguchi JPN 2t3
5 Monika Retschy GER 1t6
6 Margo Hayes USA 0t
7 Katharina Saurwein AUT
8 Aya Onoe JPN
9 Alma Bestvater GER
10 Katarzyna Ekwinska POL
11 Lucinda Ann Stirling AUS

SPEED MASCHILE
1 Reza Alipourshenazandifar IRI 5.58
2 Danyil Boldyrev UKR false start
3 Stanislav Kokorin RUS 5.81
4 Marcin Dzienski POL 5.99
5 John Brosler USA
6 Aleksandr Shikov RUS
7 Bassa Mawem FRA
8 Libor Hroza CZE
9 Leonardo Gontero ITA
10 Ashari Fajri INA
11 Rafal Halasa POL
12 Ludovico Fossali ITA

SPEED FEMMINILE
1 Iuliia Kaplina RUS 7.32
2 Anouck Jaubert FRA 7.42
3 Anna Tsyganova RUS 7.79

4 Mariia Krasavina RUS 9.08
5 Aleksandra Rudzinska POL
6 Daria Kan RUS
7 Anna Brozek POL
8 Patrycja Chudziak POL
9 CuiLian He CHN
10 Andrea Rojas ECU
11 Elma Fleuret FRA
12 Klaudia Buczek POL

Don Quixote, con tre gambe ed una protesi sulla sud della Marmolada. Di Siebe Vanhee

Il racconto del climber belga Siebe Vanhee che lo scorso weekend ha salito la via Don Quixote sulla parete sud della Marmolada in Dolomiti assieme al paraclimber Frederik Leys. Aperta da Heinz Mariacher e Reinhard Schiestl nel 1979, la via è considerata una classica e tra le più ripetute della parete.

Inverno 2016/2017. Sono stato avvicinato da un arrampicatore belga appassionato e motivato, che arrampicava da pochi anni. Era venuto da me con una domanda precisa: “Siebe, vuoi salire un’avventurosa grande parete o una lunga via di più tiri con me questa estate?” “Va bene” ho risposto mentre osservavo la protesi sulla sua gamba destra.

“Cosa hai in ​​mente?” ho continuato. Mi ha risposto che arrampicare sulle Dolomiti sarebbe stata il massimo! “OK, ma sarà una vera sfida” gli ho risposto, pensando tra me e me che questo si sarebbe trasformato in un viaggio a dir poco interessante!

Fré Leys, da un anno, è un paraclimber appassionato. Spingendo i suoi limiti in palestra, si allena duramente per le competizioni indoor di paraclpmbing, ma quest’estate voleva fare qualcosa di diverso. “Come sarà arrampicare in montagna con questa mia gamba?” si era chiesto.

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La scorsa settimana è arrivato il momento della verità! Ci siamo scaldati sulla Via Decima, una classica via di 380 metri in Moiazza. È stata una grande sfida, utile per farci capire come avvicinarsi al nostro successivo progetto: Don Quixote in Marmolada. La via è alta 800 metri e ha 22 tiri. Come avremmo fatto con le stampelle? Fra può camminare sufficientemente bene con la protesi che usa per l’arrampicata? E come sarebbe stata l’arrampicata vera e propria, e superare facile roccette su terreno instabile? E poi, come avremmo affrontato la discesa sul ghiacciaio?

Dopo un po’ di giorni di attesa a causa del tempo instabile, sabato e domenica sono stati i giorni giusti. La salita è stata un successo. Abbiamo trascorso una notte (fredda) in una grotta sulla cengia centrale, poi domenica abbiamo raggiunto la cima e siamo scesi in “sicurezza” dal ghiacciaio.

Personalmente, questa è stata la mia prima volta che “guidavo” qualcuno su una via di più tiri e mi ha fatto capire quanto sia bello quando non sei abituato a fare questo tipo di esperienze. Anche se Fré ha una protesi al posto della gamba, ha fatto un ottimo lavoro, come non molti altri sarebbero stati in grado di fare! È indubbio che ha vissuto appieno una multi-pitch avventurosa! Congratulazioni Fré, sei un’ispirazione per tutti!

di Siebe Vanhee

SCHEDA: Don Quixote, Marmolada

SCHEDA: Via Decima, Moiazza

Link
www.siebevanhee.be e www.petzl.com

Pizzo Cengalo, il video dell’enorme frana

Il video dell’enorme frana che mercoledì 23 agosto si è staccata dal versante Nordest del Pizzo Cengalo (3396 m) in Val Bregaglia, Svizzera.

Una frana di enormi dimensioni si è staccata ieri mattina dal versante nordest del Pizzo Cengalo, cadendo giù per la Val Bondasca e causando notevoli disagi anche in Val Bregaglia dove a causa dell’eccezionale movimento franoso gli abitanti di Bondo, Promontogno, Sottoponte e Spino sono stati evacuati.

Già nei giorni scorsi c’erano stati dei piccoli avvertimenti, tanto che era stato vivamente sconsigliato di percorrere il Viale, il sentiero che porta dal Rifugio Sciora dove sono state fatte queste riprese al Rifugio Sasc Fourà ai piedi del Piz Badile. La frana è stimata attorno ai 4 milioni di metri cubi di detriti, ben più grande di quella del 2011.

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Florian Riegler libera Sick and Tired, nuova via di misto alla Grotta Gampenpass

Alla Grotta Gampenpass, al Passo Palade in Sudtirolo Florian Riegler con suo fratello Martin ha aperto due nuove vie di arrampicata su ghiaccio e misto. Il report di Florian Riegler.

Già nel 2010, mentre salivo Gratta e vinci con mio fratello Martin, avevo individuato questa piccola grotta. A quel tempo abbiamo anche scoperto alcuni vecchi chiodi e spit, qualcuno probabilmente era già venuto in passato… In quei giorni abbiamo aperto una nuova via dal basso e abbiamo anche salito il ghiaccio nella parte alta della via.

Purtroppo non sono riuscito a liberare tutta la via, ed alcuni giorni più tardi ho avuto dei principi di congelamento dopo la mia salita invernale di Scacco Matto sul Gran Zebrù. Per me era chiusa quindi la stagione di arrampicata su ghiaccio dell’inverno 2010.

Sette anni più tardi e mi era tornata la voglia di arrampicare sul misto! Siccome la grotta si trova a soli 30 minuti in macchina da Bolzano, Martin e io abbiamo creato altre 2 vie per poter arrampicare non lontano da casa. Le vie sono attrezzate come vie sportive, a spit e con catena di calata in cima. Sulle vie strapiombanti ci sono anche tutti i rinvii fissi.

Accesso: Passare Lana e continuare in direzione Gampenpass, poi verso la frazione Gfrill. Da qui puoi già vedere la grotta. Parcheggiare la macchina dopo un ponte alla fine del villaggio, in una curva verso sinistra. Da qui si raggiunge la grotta in circa 50 minuti. Non c’è un sentiero.

diFlorian Riegler

Si ringrazia:C.A.M.P.,La Sportiva,

SCHEDA: Grotta Gampenpass

Val Tartano, scialpinismo nelle Alpi Orobie

Roberto Ganassa, autore della guida Val Tartano. Tutte le cime con gli sci presenta tre itinerari di sci alpinismo nella Val Tartano, la piccola valle inserita nel parco delle Orobie Valtellinesi: Monte Foppone, Pizzo Scala e il Tour di Val Budria, Val Lemma e Val Lunga.

Sono sempre stato affascinato dalle montagne in generale ma per quelle di casa è una passione diversa, un attrazione irrefrenabile che mi spinge a salire cime a volte poco conosciute, invisibili e addirittura poco sciabili. Quante volte mi sono sentito dire che le mie erano solo “ravanate” ma se tutto questo mi crea forti emozioni, non vedo nessuna ravanata ma soltanto un piacere immenso che mi spinge ad andare oltre alle solite mete. Il gusto di cercare la via di salita equivale a quello della discesa, non importa se bisogna spallare gli sci, se c’è un bosco da attraversare non sciabile.

La val Tartano è stata una scoperta anche per me, oltre alle mete battute, c’è un mondo segreto inesplorato, a volte ostico o addirittura pericoloso in determinati periodi, proprio per questi motivi non avrei mai pensato di salire tutte le cime, alcune rimangono in condizioni sicure solo per brevi periodi dell’anno.

Una delle prime scoperte è stato probabilmente il pizzo del Vallone (m 2249) ma non tanto per la sua difficoltà ma solamente perché le uniche notizie, le avevo lette su una guida ma la via si salita era indicata da sud mentre noi siamo saliti da nord inventando tutto al momento. Poi è stata la volta del monte Gavet (m 2314), montagna di spicco senza una via facile, il canalone d’accesso che ne è il suo punto debole, rimane comunque molto pericoloso per la maggior parte dell’inverno. Successivamente è stata la volta delle due cime più boscose e apparentemente meno sciabili di questa guida che sono il monte Piscino (m 2090) e la cima della Paglia (m 2127). Sono state proprio queste due a farmi scattare l’idea di provarle a salirle tutte anche se i dubbi erano ancora molti, certi itinerari li vedevo molto impegnativi e pericolosi per il mio standard.

Dopo aver salito il pizzo di Presio (m 2394), prendo ulteriormente coraggio e stilo una vera e propria lista sul da farsi per completare il progetto che ormai diventa una sorta di ossessione. Segue la cima di Azzarini (m 2318) dove il rischio più grosso è dovuto dalle grandi cornici che si formano sulla cresta ovest. In seguito riusciamo a salire la cima del Cuminello (m 2480), in questo caso non solo non abbiamo nessuna notizia su alcuna precedente salita ma non abbiamo nemmeno idea da dove salire visto che dal sotto il percorso non è per niente evidente e la cima non si vede, la fortuna forse ci ha anche dato una mano, il canale dove ci siamo infilati è stato proprio quello giusto, inoltre l’arrivo del brutto tempo ci ha giocato a favore mantenendo le condizioni perfette anche in discesa nonostante l’esposizione sud sud-ovest e l’orario già tardo.

A questo punto rimaneva la triade della val Budri : monte Lago (m 2351), monte Pedena (m 2399) e monte Fioraro di Budria (m 2426). Tutti e tre mi creavano un po’ di dubbi ma mentre per il Pedena e il Fioraro avevamo notizie su precedenti salite (anche se non complete), per il monte Lago nessuna notizia, inoltre non conosciamo il posto nessuno di noi c’è mai stato neanche in estate. Il periodo di scarso innevamento abbinato a neve stabile, ci fa decidere di cominciare proprio col monte Lago. La salita del bosco si rivela meno impegnativa del previsto anche se a volte perdiamo il sentiero, pure il tratto chiave che permette di arrivare in cresta lo risolviamo facilmente, attenzione però questo lo reputo tra i tratti più pericolosi di questa guida. Seguono poi il monte Pedena con la caratteristica salita del canalone Fontanone e il monte Fioraro di Budria con salita dalla cresta est e discesa dal versante ovest, anche qui le condizioni vanno valutate attentamente.

All’interno del mio libro non troverete coordinate gps ma solamente foto con la traccia percorsa, con questo intento vorrei spingere gli scialpinisti a provare ancora un po’ di avventura e di scoperta come ho fatto io, senza per forza avere la strada spianata dalla tecnologia del futuro.

Ora voglio ringraziare tutti i numerosi compagni di gita che mi hanno accompagnato in questi anni ma un ringraziamento speciale va a 4 amici che hanno condiviso con me alcune di queste avventure soprattutto le più sperdute, voglio nominarli proprio qui perché senza di loro questo mio progetto non si sarebbe mai concretizzato, si tratta dei fratelli Gualtiero e Massimo Bianchini, Tano Perlini e Mirco Gusmeroli.

SCHEDA: Monte Foppone

SCHEDA: Pizzo Scala

SCHEDA: Tour di Val Budria, Val Lemma e Val Lunga

TERRITORIO
La Val Tartano è inserita nel parco delle Orobie valtellinesi. Il suo imbocco è caratterizzato dal più grande conoide alluvionale dell’intera Valtellina. Il primo paese che s’incontra è Campo Tartano (m 1050) appoggiato in una posizione di ampio respiro, la vista spazia fino al lago di Como, mentre Tartano, situato all’interno rimane più chiuso tra le sue montagne e proprio al bivio tra val Lunga e val Corta. Suddivisa in 2 vallate principali : val Lunga e val Corta che a sua volta si divide in val Lemma e val Budria. Le vallate sono costellate da numerosissimi alpeggi di cui molti vengono ancora monticati.

Le cime non raggiungono quote molto elevate, il monte Seleron ne è la massima elevazione con i suoi 2519 m ma l’esposizione fa si che la neve che cade sempre abbondante, si mantenga a lungo in ottime condizioni. Gli itinerari spaziano dai più semplici e battuti ad altri nascosti e impegnativi. Proprio per questi motivi la val Tartano la si può definire un vero e proprio paradiso per lo scialpinismo.
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di Roberto Ganassa

L’autore
Classe 1973, Roberto Ganassa vive a Morbegno ed è fotografo professionista freelance, specializzato in fotografia paesaggistica. Da sempre affascinato dall’ambiente montano, ama girovagare – meglio se con gli sci d’alpinismo ai piedi – e fotografare le bellezze della Valtellina e delle Alpi in generale. Collabora con le principali riviste di montagna a livello nazionale e con i consorzi turistici locali. Pilastro della rivista Le Montagne Divertenti, per cui ha realizzato numerose copertine, è fotografo ufficiale dell’agenzia ClickAlps. Docente di fotografia, organizza serate a tema abbinando ai suoi scatti arte e musica.

Roberto Ganassa, Val Tartano. Tutte le cime con gli sci
Beno Editore, Sondrio 2017
168 pp. a colori formato aperto 17×12 cm
In allegato carta escursionistica 1:20000 in collaborazione con SeTe Srl
ISBN 978-88-940989-3-8

Elenco itinerari
1) Cima Dassola
2) Il Pizzo
3) Pizzo di Presio
4) Monte Seleron (dalla val Vicima)
5) Pizzo Torrenzuolo
6) Monte Piscino
7) Cima della Paglia
8) Monte Pisello
9) Monte Lago
10) Monte Pedena
11) Monte Fioraro di Budria
12) Cima di Azzarini
13) Pizzo del Vento
14) Monte Tartano
15) Foppone
16) Pizzo del Vallone
17) Monte Rotondo di Tartano
18) Monte Gavet e monte Moro
19) Dos Tacher
20) Cima della Scala
21) Cima di Lemma
22) Monte Valegino
23) Monte Cadelle
24) Cima dei Lupi
25) Zuch
26) Cima Vallocci
27) Cima del Cuminello
28) Cima della Sciura
29) Monte Seleron (da S.Antonio)
30) Tour delle valli