Importanti nuove vie invernali sul Ben Nevis

Sul Ben Nevis, Scozia, sono state aperte due nuove vie invernali: Deadly Presence (VIII,7, Iain Small e Doug Hawthorn) e Shooting Star (VI,6, Robin Clothier e Richard Bentley).

Il Ben Nevis continua a regalare importanti nuove vie invernali. La montagna più alta della Gran Bretagna nonché simbolo dell’arrampicata invernale britannica è stata arricchita il 22 febbraio da Iain Small e Doug Hawthorn con Deadly Presence, una difficile linea che può essere considerata “la naturale continuazione della via Appointment with Fear” sulla Observatory Buttress. Il nome della nuova linea – Presenza mortale – lo dice lunga del pericolo della via gradata dai due VIII,7 che viene descritta da Small come “forse il ghiaccio più sottile che io abbia mai salito.”

Deadly Presence è indubbiamente di grande spessore, ma una seconda via ha fatto comprensibilmente più clamore: Shooting Star sulla rinomata Orion Face. In pratica si tratta di una linea, scovata da Robin Clothier e Richard Bentley, lunga 500m e che sale tratti di 9 vie esistenti e anche due tiri di terreno inviolato. Simon Richardson del sito Scottishwinter riporta quanto spiegatogli da Clothier: “Arrampico da 30 anni su tutta la Orion Face e la headwall ma non ho mai visto condizioni così buone. Abbiamo gradato la via VI,6 ma non fatevi ingannare: è una linea è molto seria.”

Proprio a Richardson abbiamo chiesto spiegazioni su questa via, questa parete e sulle condizioni particolari: “Sì, Shooting Star è abbastanza speciale. Si tratta di una via molto scozzese che si affida a quel tipico strato di neve e ghiaccio che si forma in parete.  A dire il vero anche sul Ben Nevis è abbastanza raro trovare queste condizioni – la neve dev’essere trasportata dal vento da una certa direzione. Questo vento non dev’essere troppo forte, e il tutto dev’essere seguito da un breve periodo di disgelo e poi nuovamente dal freddo. Così, e preferibilmente, per tre o quattro volte. La Orion Face è la parete più ‘alpina’ di tutte le pareti scozzesi. Con i suoi 400m di altezza è una delle pareti più alte della Scozia per l’arrampicata invernale, e conduce direttamente in cima alla nostra montagna più alta. La via più frequentata – Orion Direct (V, 5) non è troppo difficile, ma la sua posizione, la lunghezza e la sua storia la rendono una delle vie invernali scozzesi più prestigiose. In alcuni anni viene poco salita, ma le condizioni in questa stagione sono state eccellenti e durante le ultime settimane, ogni giorno, ha avuto svariate salite.”

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Donne e Montagna sul Gran Paradiso: in vetta il team russo valdostano

Si è conclusa, con successo, l’avventura del team russo valdostano: il 10 agosto Anna Torretta e Natalia Prilpskaia sono salite in vetta al Gran Paradiso dalla cresta e sono state raggiunte in cima da Svetlana Smaikina e Olga Gorodesetskaia che hanno percorso la via normale insieme ad un gruppo di giornalisti russi.

In una giornata di tempo “glorioso” le alpiniste del team russo valdostano coinvolte nel progetto volto a consolidare l’amicizia fra Russia e Valle d’Aosta sono riuscite ad andare in vetta al Gran Paradiso, unico 4.000 totalmente italiano.

Ricordiamo che il 2 agosto tre forti alpiniste russe, Natalia Prilpskaya di Mosca, Svetlana Smaikina di Tomsk e Olga Gorodetskaya di Omsk si sono incontrate con 3 alpiniste valdostane, Eloise Barbieri, Roberta Vittorangeli e Anna Torretta per formare 3 cordate e salire per vie diverse il Gran Paradiso, unico 4.000 delle Alpi tutto italiano.Purtroppo il maltempo dei giorni scorsi aveva temporaneamente fermato le 6 alpiniste. Oggi il progetto si è potuto concludere con successo.

Mercoledì 7 agosto le sei alpiniste del team russo- valdostano, “L’alta quota è rosa” erano state ricevute presso l’Assessorato al Turismo della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Lì hanno potuto incontrare tutti i partners del progetto: l’Assessore Aurelio Margurettaz, Luisa Vuillermoz della Fondazione Gran Paradis, Gabriella Morelli dirigente dell’Assessorato e Betta Gobbi della Grivel Mont Blanc. A tutte è stato consegnata una piccozza d’oro Grivel ed una bottiglia del “vino più alto d’Europa” il cuvee des Guides.

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Autana, il trailer di The Yopo Wall

Il trailer del film Autana e la via The Yopo Wall, aperta da Leo Houlding e compagni su Cerro Autanta in Venezuela.

Questo trailer contiene sangue, urla e insetti terribili… inizia così il trailer del film – che uscirà quest’estate – dell’ultima avventura di Leo Houlding, Jason Pickles, Stanley Leary, Alastair Lee, Yupi Rangel e Alejandro Lamus che a fine gennaio ed inizio febbraio avevano aperto la via The Yopo Wall (400m, E6 6b, A1) su Cerro Autana in Venezuela.

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Manaslu: le decisioni degli alpinisti della spedizione Mountain Kingdom

Cesare Cesa Bianchi, capo della spedizione Mountain Kingdom impegnata sul Manaslu, ci ha comunicato le decisioni individuali del team di alpinisti circa il proseguimento della salita.

Nei giorni scorsi avevamo ricevuto dalla spedizione Mountain Kingdom impegnata sul Manaslu un report sulla situazione dopo la terribile valanga che la scorsa domenica 23 settembre 2012 ha spazzato via il Campo 3 a circa 6800m e che ha provocato 8 morti e 3 dispersi – un tragico bilancio ufficialmente confermato ieri dal Ministero della Cultura, Turismo e Aviazione Civile del Nepal. In quel "punto della situazione" gli alpinisti della spedizione ci avevano scritto che ancora non avevano deciso cosa fare, insomma se continuare la spedizione o interromperla. Oggi la decisione che ci ha comunicato con questo messaggio il capo della spedizione Cesare Cesa Bianchi:

"Dopo la drammatica valanga del 23, dopo aver profondamente riflettuto sia tutti insieme che ciascuno per sé e dopo esserci confrontati con altre spedizioni e alpinisti presenti e ovviamente con i nostri sherpa, abbiamo preso le nostre decisioni improntate alla massima libertà di azione per ciascuno e ben consci dei rischi che l’andar per monti sempre e comunque presenta. Eloise Barbieri e Ivan Bianchi rinunciano alla salita e iniziano oggi il trekking (bellissimo) lungo la Buri Gandaki fino ad Arughat e a Kathmandu accompagnati da Pemba Sherpa che pure preferisce rinunciare alla salita.
Gli altri (ndr: Cesare Cesa Bianchi, Luca Macchetto, Roberta Vittorangeli, Mario Monaco e Guido Spinelli) partono oggi per il campo 1, poi il 2 (il luogo in cui abbiamo il campo 2 è sicuro) e il 3 al colle nord a circa 7000 metri (150 metri sopra il vecchio campo 3 e anch’esso sicuro). Da lì si valuteranno attentamente i pendii superiori e solo se sicuri si proseguirà fino al campo 4 e alla vetta."

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Non tutto è perduto, Ivo Ferrari e il Gran Sasso

Tre vie mitiche e bellissime sul Corno Piccolo del Gran Sasso: Vecchiaccio, Stefano Tribioli e Zarathustra, tre grandi vie raccontate da Ivo Ferrari con una riflessione.

“A destra e sinistra luccicanti piastrine salgono a goccia d’acqua verso l’alto e nel mezzo ci sono io, da più di cinque minuti sto cercando di capire dove salire, qual è il migliore movimento da fare… un sole caldissimo riflette su questa compatta placca, mi ci vorrebbero gli occhiali, sto arrampicando lungo una linea divenuta col tempo leggendaria, l’ultima protezione, una clessidra piccola piccola è già abbastanza lontana per emettere un lungo urlo in caso di caduta! Che linea fantastica… aperta in un epoca dove solo “pochi” erano in grado di uscire dai proteggibili diedri e lanciarsi verso l’ignoto lungo placche all’apparenza inscalabili, protetti più dal coraggio che da protezioni vere!”

Il Vecchiaccio, Stefano Tribioli, Zarathustra, sono alcune delle linee che negli anni hanno alimentato la mia fantasia , vie su roccia fantastica, aperte in modo pulito, perfetto!

Nei primi giorni d’agosto grazie ad un simpatico Ivo Scappatura sono riuscito a ripeterle rimanendone estasiato, ad ogni lunghezza scoprivo qualche cosa, ad ogni lunghezza capivo che la fantasia ed il coraggio non hanno limiti, ma soltanto in cima mi rendevo conto che ora, purtroppo, di quell’epoca rimane ben poco, un infinità di linee, varianti e piastrine inox rendono le spalle del Gran Sasso un sicuro parco giochi!

Sulla placca del famoso ultimo tiro del Vecchiaccio un resinato in caso di volo ti fermerebbe dopo quattro, cinque metri, sulla placca dell’ultimo famoso tiro di Pierluigi Bini in apertura. Salì “pulito” in compagnia delle sue Superga e di tanta testa e incoscienza!

Se hai un mancamento di coraggio, se la testa ti abbandona sulla Stefano Tribioli (ndr: aperta da Pierluigi Bini, Giampaolo Picone, Beppe Aldinio nel 1978) puoi scappare lungo una vicinissima linea a spit,lì ti serve solo l’avambraccio che a sua volta diventa sterile se non è comandato dalla testa!

Zarathustra (ndr: aperta da Maurizio Tacchi e Paolo Abbate nel 1982) che è una perla ti fa capire che a volte il tempo è passato per niente, tutti vogliono fare e lasciare il proprio segno, a volte ci riusciamo, a volte “sporchiamo” un lenzuolo che era rimasto bianco grazie alla bravura di chi ci ha preceduto.

Ma forse tutto non è perduto, forse ed è bello sperarlo ci sono ancora persone dotate di coraggio e fantasia, capaci di spostarsi, di vedere oltre, capaci di farmi sognare, ragazzi giovani cresciuti con l’etica vecchia, uomini che sanno scalare anche se la sicurezza non è sicura… ho inserito le chiavi e acceso il motore, guardato il Gran Sasso, sorriso e capito che ci ritornerò, GRAZIE A LORO ….

UN GRAZIE A:
Loretta Spaccatrossi e Ivo Scappatura per avermi accompagnato nei sogni verticali.
Pierluigi Bini – Vito Plumari – Massimo Marcheggiani – Giampaolo Picone – Beppe Aldinio – Angelo Monti – Paolo Abbate – Maurizio Tacchi per tre linee stupende.
Lorenzo Angelozz – Andrea Di Donato e Andrea Di Pescasio perché avete occhi giusti per guardare oltreFederica, Dario e Marinella perché mi sopportano sempre ed infine la Grande Grimpe di Nembro per l’ottimo materiale…

di Ivo Ferrari

>> Una scelta di vie sul Gran Sasso di Roberto Iannilli

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Una storia per domani

Un video che, partendo dalla Patagonia, esplora la felicità della vita.

La Patagonia ispira. C’è poco da fare, quella natura forte, incontaminata, quegli spazi immensi, quelle cime e quei cieli stellati, quei fiumi e ghiacciai e quella gente hanno qualcosa di davvero speciale. Di profondo, che tocca l’essenza della vita.

L’hanno sperimentato anche Dan Riordan and Dana Saint che hanno scelto di documentare il loro viaggio di 5 settimane, tra il Cile e l’Argentina, con questa bellissima semplice storia nella quale loro, ma anche noi spettatori, incontriamo il nostro futuro. Vivamente consigliato.

A story for tomorrow

– Trekking in Patagonia

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Dave MacLeod ripete Mystic Stylez 8C a Magic Wood

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A Magic Wood in Svizzera Dave MacLeod ha salito il boulder Mystic Stylez 8C.

Ghiaccio, misto, roccia… a prescindere dell’elemento, solitamente Dave MacLeod effettua le sue difficili salite sulle pareti Nord di casa sua, in Scozia. Ma quando passa il confine e si avventura più a sud solitamente non passa molto tempo prima che riesca a lasciare suo segno. Infatti, lo scozzese ha appena concluso un bel viaggio boulder in Svizzera dove, due settimane fa, ha chiuso il boulder New Base Line 8B+ a Magic Wood, e ora Mystic Stylez, un corto ed intenso boulder di 8C liberato dallo statunitense Daniel Woods.

MacLeod ha fatto rapidi progressi iniziali, ma poi è stato ostacolato dal gran caldo che nella “foresta magica” ha registrato picchi fino a 35°C. Difficile pensare ad una buona riuscita ma vedendo le previsioni meteo MacLeod ha posticipato il ritorno a casa. Così l’arrivo della bassa pressione che ha colpito l’Europa centrale si è rivelato fondamentale. MacLeod è riuscito a salire il suo primo 8C ieri, proprio mentre cadevano le prime gocce di pioggia ed iniziava a soffiare il vento della bufera. Forse sono state queste condizioni “Scozzesi” ad aiutarlo?

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Schubert e Fakhritdinova vincono il Duello del Rock Master Festival

Jakob Schubert e Dinara Fakhritdinova si sono aggiudicati il Trofeo Lattisi del Rock Master 2012

Quando si tratta di duello Lead state sicuri che lo spettacolo è assicurato. Ed è stato così anche questa volta. La formula ormai è rodata: metti i primi otto classificati del Rock Master uno contro uno su due percorsi identici. La difficoltà è di 7b/7c. La consegna è di arrivare prima dell’altro per non essere eliminati. E poi via di gran corsa verso il top con accoppiamenti stile tabellone tennistico.

Si inizia con i quarti donne e con Angela Eiter (la vincitrice del Rock Master Lead 2012) che batte l’ecuadoregna Caroline Rosero. Si prosegue con il duello tra Barbara Bacher (Aut) che tiene un ritmo che costringe all’errore Jenny Lavarda che cade. Stessa cosa nel testa a testa successivo; l’austriaca Christine Schranz cade mentre la russa Dinara Fakhritdinova vola al top. Poi tocca alla russa Evgenia Malamid sprintare e battere l’israeliana Valery Kremer. Beh, già da quest’inizio si è capito che le russe, anche quando si tratta di andare veloci, ci sanno fare.

Sicuramente ci sa fare con lo sprint anche Adam Ondra che, nei quarti maschili, brucia in 1′ e 24” il russo Mikhail Chernikov. Adam ha davvero corso come un matto e si pensa già che questo per oggi sia il record della pista. Poco prima lo spagnolo Ramon Julian Puigblanque, che di certo non ha nella velocità una delle armi migliori, aveva superato con un gran recupero sotto il tetto (stile senza piedi) lo sloveno Urban Primozic. Mentre l’austriaco Jacob Schubert ha battuto l’italiano Silvio Reffo e l’austriaco Mario Lechner ha avuto la meglio sull’olandese Jorg Verhoeven. Una cosa è sicura: Puigblanque con il Rock Master vuole portarsi a casa anche il Trofeo Ennio Lattisi, alias il Duello. Ondra ma anche Schubert non hanno alcuna intenzione di lasciarglielo fare. Tanto più che la semifinale sarà uno stellare Ondra vs Puigblanque!

Tocca per prime alle donne arrivare al dunque. La prima semifinale vede Eiter e Bacher viaggiare fino a metà parete in perfetta parità, quasi fossero gemelle. Poi la Bacher guadagna spazio finché va via e arriva al top quando Angela sta ancora sotto al tetto. La Eiter comunque continua per un platonico top e non sbaglia perché questo le dà la possibilità di passare il turno: alla Bacher infatti non viene dato il tocco del top. E’ dunque la Eiter che passa in finale con la Fakhritdinova che, a sua volta, nell’altra semifinale ha battuto la connazionale Malamid.

Certo questa non dev’essere la giornata fortunata per Barbara Bacher visto che le sfugge pure il bronzo che nella finalina per il 3° e 4° posto va ad una brava Malamid che così bissa il 3° posto ottenuto nel Rock Master. Resta ancora il duello finale tra Eiter e Fakhritdinova ma la 19enne russa ha una marcia in più e per Angela non c’è nulla da fare. Alla Fakhritdinova và il Trofeo Lattisi mentre la Eiter si può ben consolare con il 2° posto che sommato alla vittoria nel Rock Master è un “bottino” niente male.

La semifinale maschile parte con il botto. Puigblanque e Ondra partono a razzo con lo spagnolo che sembra non voler cedere neanche un centimetro all’avversario, poi però sotto al tetto Ondra spinge sull’acceleratore per prendersi il top che lo lancia in finale. Non è finita perché, nell’altra corsa di semifinale, Jacob Schubert scopre le sue carte e, alla velocità della luce, fulmina il connazionale Mario Lechner con l’incredibile tempo di 1′ 15”. Nove secondi meno di Ondra… Ci sarà da divertirsi. Intanto però in ballo c’è la finalina per il 3° e 4°, dove Mario Lechner, senza alcun timore reverenziale, si spara su seminando Puigblanque e vincendo con un buon margine. Adesso tocca al gran finale di Ondra vs Schubert. Beh come si possa correre così su un 7c è cosa che ha a che fare con altri livelli e altri mondi. I due vanno davvero a velocità supersonica. Ondra perde leggermente terreno, sotto al tetto sembra spacciato ma non molla. E’ una lotta. Intanto Schubert supera (senza piedi) il gran tetto. Ondra con una bracciata sembra poter rimontare ma non c’è nulla da fare, Schubert batte sul top e vola. Questo Duello (assolutamente incredibile) è suo come il Trofeo Lattisi del Rock Master 2012

Classifica Duello Maschile
1 Jakob Schubert 1990 AUT
2 Adam Ondra 1993 CZE
3 Mario Lechner 1991 AUT
4 Ramón Julian Puigblanque 1981 ESP
5 Jorg Verhoeven 1985 NED
6 Silvio Reffo 1990 ITA
7 Mikhail Chernikov 1985 RUS
8 Urban Primozic 1992 SLO

Classifica Duello Femminile
1 Dinara Fakhritdinova 1992 RUS
2 Angela Eiter 1986 AUT
3 Evgenia Malamid 1987 RUS
4 Barbara Bacher 1982 AUT
5 Valery Kremer 1991 ISR
6 Christine Schranz 1988 AUT
7 Jenny Lavarda 1984 ITA
8 Carolina Rosero 1993 ECU

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Ole reveals Sanchez in ongoing Man Utd transfer ‘talks’

Ole Gunnar Solskjaer has confirmed that Alexis Sanchez played in a behind-closed-doors friendly match for Manchester United last week and has given an update on his future.

A United side worth £130.8million featuring Sanchez, Juan Mata and Nemanja Matic won a behind closed doors friendly against Sheffield United at their Carrington training ground on Tuesday.

Inter Milan are interested in bringing the forward to San Siro, having already completed a move for United striker Romelu Lukaku earlier in the summer.

The Serie A outfit are reportedly hopeful of securing a season-long loan for the Chilean by this weekend, with an option to make the move permanent next summer.

And Solskjaer confirmed there have been negotiations over Sanchez‘s exit, he told reporters: “There are still talks with some clubs.

“But he played in that game and he played well. As I have said he is working well. Let’s see in September what is going to happen.”

United host Crystal Palace on Saturday hoping to continue their solid start to the season after victory against Chelsea on the opening weekend before a draw at Wolves on Monday night.

On whether there has been a change in team spirit from side which drew with Palace last year, Solskjaer added: “I didn’t watch the game last year, we had a game ourselves with Molde but I heard they had a few counter attacks.

“Wilf (Zaha) was close to scoring, team spirit great, we’ve got loads of energy and passion, you can see the way we went about the game at Wolves our pressing was excellent.

“We gave them five mins in the second half that was it really apart from that… the engine looks so much better, and everyone is fit, when you’re fit you’re mentally strong as well.”

 

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Gaz Parry in video su Reservoir Dogs a Widdop

Il video di Gaz Parry sulla via Reservoir Dogs E8 7a a Widdop, Inghilterra.

Quanto ‘svaso’ può essere uno spigolo? Tanto, ma proprio tanto se è come quello su Reservoir Dogs. Come il film di Quentin Tarantino (in Italia uscito con il titolo Le iene) che ha dato il nome alla via, questa linea è diventata una classica del genere gritstone ed è considerata una delle più belle della regione dello Yorkshire nel nord dell’Inghilterra, alla pari con The New Statesman e Loaded con le quali forma la “Yorkshire arete trilogy”.

La via era stata liberata da Robin Barker e ripetuta da John Dunne e Nick Clements ma poi si era rotto un importante “sassolino” sul passaggio chiave. A mostrarci come tenere quello spigolo, quel temuto svaso, è Gaz Parry, il sette volte campione Britannico del boulder che nel 2008 era riuscito per primo a ripetere la via nella sua nuova versione. Ora ne è uscito il video.

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