adidas Rockstars 2015 live

Sabato 26 settembre 2015 a Stoccarda in Germania la gara boulder adidas Rockstars con alcuni dei migliori boulderisti del mondo. Dalle 20.15 in live streaming.

Per il quinto anno successivo la Porsche-Arena a Stoccarda ospita adidas Rockstars, la gara boulder per alcuni dei migliori climbers al mondo. La Semifinale inizia alle 11:00, la Finale invece con i migliori sei uomini e le migliori sei donne inizia alle ore 20.30 e sarà trasmessa in live streaming. Se non funziona il player seguite questo link: www.adidas-rockstars.com

2011: Anna Stöhr & Dmitry Sharafutdinov
2012: Alex Puccio & Sean McColl
2013: Juliane Wurm & Jernej Kruder
2014: Akiyo Noguchi & Sean McColl


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Sicurezza in arrampicata sportiva: s’inizia dalle piccole grandi cose

Una breve riflessione sfogo di Nicola Tondini – guida alpina e direttore della palestra di arrampicata King Rock – sulla sicurezza in arrampicata sportiva che deve partire da piccole grandi cose (come l’uso corretto dei freni per assicurazione) e che ha bisogno dell’aiuto e la consapevolezza di tutti, a cominciare dai più esperti e bravi.

Sicurezza in arrampicata sportiva, a che punto siamo? Siamo messi un po’ meglio di qualche anno fa. Dall’ottimo punto di osservazione che può essere il King Rock, si nota una maggiore attenzione sull’uso dei freni per assicurazione. Sì, perchè il 100% degli incidenti che abbiamo avuto nella sala in cui si arrampicata con la corda, li abbiamo avuti per un uso scorretto del freno. Nei giorni in cui vengono i “soliti”, devo dire che si vede, infatti, un buon modo di far sicura. Nelle giornate di brutto tempo, in cui vengono anche persone meno abituali, la situazione è meno rosea.

Descrivo di seguito la dinamica dell’ultimo incidente avuto a Maggio 2015. Un ragazzo cade al 6° rinvio e arriva a terra: l’assicuratore utilizza il Gri-Gri e dà corda al “vecchio modo” (ovvero tenendo con la mano sinistra il gri-gri e la relativa camma e dando corda con la destra. Nessuna mano tiene la corda frenante). Finchè il compagno cade l’assicuratore rimane con la mano stretta sulla camma senza che niente tenga la corde frenante (quella prima del freno) causando così l’infortunio. I due ragazzi hanno imparato ad arrampicare lo scorso inverno, non hanno fatto un vero e proprio corso… probabilmente hanno copiato il modo di far sicura da molti altri arrampicatori che fanno sicura al “vecchio modo”.

Dentro di me sale un sentimento di rabbia soprattutto nei confronti degli arrampicatori bravi, esperti, con anni di sicura dietro le spalle, che non utilizzano i freni, quelli semiautomatici (gri-gri, cinch), in modo corretto. Non li usano come da istruzioni, ma al “vecchio modo”. L’occhio altrettanto esperto vede che pur utilizzando i freni in modo improprio, questi arrampicatori bravi ed esperti adoperano alcuni piccoli accorgimenti per mantenersi dalla parte della sicurezza…

PECCATO che ai principianti che li vedono qui o altrove, arriverà il messaggio che si può far tranquillamente sicura col grigri o altri freni semiautomatici in modi diversi dalle istruzione: modi apparentemente più comodi.
PECCATO che facilmente i principianti o le persone con meno esperienza, non saranno capaci di usare i semiautomatici (il grigri in primis) il quel modo improprio senza cadere in una situazione molto rischiosa.
PECCATO che sembrerà più figo fare diversamente da come cartelli, video, locandine dicono in sala o come la Petzl (per il grigri) cerca in ogni modo di far passare nelle sue campagne.
PECCATO che prima o poi qualcuno di questi meno esperti farà fare un buco per terra al proprio compagno.
PECCATO che con questi incidenti invece di avvicinare tanti giovani a questo magnifico sport, allontaneremo sia loro che le rispettive famiglie.
PECCATO…

Eppure ci vorrebbe così poco! Basterebbe che i bravi, gli esperti, i forti fossero di esempio nel far sicura bene. Basterebbe fare a gara a chi è più impeccabile nella sicurezza piuttosto che a chi è più “furbo”!

Nicola Tondini – Guida Alpina e gestore del King Rock

www.kingrock.it
www.xmountain.it

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Chris Bonington – Life and Climbs ai Mountain Film Festival di Banff e Graz

Il film su Chris Bonington è tra i finalisti del Mountain Film Festival di Banff e del MountainFilm di Graz.

Dopo il FilmFestival di Zakopane in Polonia e il Cervino CineMountain Festival, Chris Bonington – Life and Climbs è stato selezionato in concorso anche ai prestigiosi Festival di Banff (Canada) e Graz (Austria). Il lavoro sul grande alpinista britannico è stato realizzato da planetmountain.com con la regia di Vinicio Stefanello per il Comune di Courmayeur in occasione della consegna dei Piolets d’Or Carriere 2015 al grande alpinista britannico.

Chris Bonington – uno dei più grandi alpinisti della seconda metà del ‘900 – ripensa alla storia e alle avventure di una vita passata ad esplorare e scalare le montagne di tutto il mondo. “Mi sembra di essere ancora lì…” dice Bonington ricordando quelle montagne e quei momenti ancora così vivi e presenti. E’ lo spunto per un viaggio e una riflessione che abbraccia i sentimenti più profondi e nobili, ma anche contraddittori, del suo essere alpinista e uomo. Così l’amore per la moglie e i figli, la sua scelta di vivere di e per l’alpinismo, le amicizie, le conquiste ma anche la sofferenza per la perdita di tanti amici diventano il racconto, commovente e sincero, di un’esperienza e una ricerca unica che non può avere fine, come le grandi passioni.

Chris Bonington – Life and Climbs
Directed by Vinicio Stefanello
Cinematography by Francesco Mansutti – Raffaella Rivi
Editing by Francesco Mansutti, Studio Due
Executive producer Planetmountain.com
General manager and translation by Nicholas Hobley
Production Comune di Courmayeur – Centro Servizi Courmayeur srl
Additional images and footage Chris Bonington Archive
Music: Hold on by Tony Anderson, Dreamlife by Tony Anderson (themusicbed.com), Painting Emotions by Gregor F. Narholz (sonofind.com)
Special Thanks: Grivel

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Neolit e Spaßbremse, due vie nuove in Dolomiti per Simon Gietl, Vittorio Messini e Andrea Oberbacher

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Sulla parete Piz dla Dorada, sopra Colfosco in Alta Badia, Dolomiti, Simon Gietl ha aperto due nuove vie: Neolit insieme a Vittorio Messini, e Spaßbremse insieme a Andrea Oberbacher.

Roccia superlativa. È questa la promessa della guida alpina Simon Gietl che l’estate scorsa e quest’anno ad aprile ha aperto due nuove vie sulla solare parete Piz dla Dorada, sopra il piccolo paese di Colfosco, in Alta Badia.

La prima, aperta insieme a Vittorio Messini in due giorni nel luglio dell’estate scorsa, segue i primi due tiri della via Pescione ed Airona per poi deviare a sinistra e seguire l’evidente fessura ed affrontare difficoltà fino a IX-. La nuova via è stata battezzata Neolit. È protetta da Friends, nuts e chiodi normali, e la prima libera è stata effettuata da Gietl insieme ad Andrea Oberbacher il 16 aprile di quest’anno.

Pochi giorni dopo la prima libera, sulla stessa parete e sempre con Oberbacher, Gietl ha poi aperto a-vista la via Spaßbremse. Questa affronta difficoltà fino a 7+/8- e offre “arrampicata bellissima su roccia da sogno.” Anche in questo caso la via è stata aperta senza spit.

SCHEDA: Neolit, Piz dla Dorada, Dolomiti

SCHEDA: Spaßbremse, Piz dla Dorada, Dolomiti

Groenlandia: Mirror Wall per Leo Houlding & Co

Un team di alpinisti composto da Leo Houlding, Joe Möhle, Matt Pickles, Matt Pycroft e Waldo Etherington ha appena aperto una nuova big wall sull’inviolata parete Nord Ovest della Mirror Wall in Renland, Groenlandia.

Ancora ci sono pochi dettagli a causa della difficoltà di comunicazione, ma le informazioni che abbiamo bastano e avanzano: Leo Houlding ha appena riferito che lui e il suo team ha aperto una nuova via d’arrampicata sulla Mirror Wall, la straordinaria parete che sovrasta l’Edward Bailey Ghiacciaio nella zona denominata Renland, nella parte orientale della Groenlandia.

La cima era stata salita per la prima volta nell’estate 2012 da un team svizzero composto da Basil Jacksch, Christian Ledergerber, Silvan Schüpbach e Vera Reist, e la spedizione anglo-sudafricana di Houlding, Joe Möhle, Matt Pickles, Matt Pycroft and Waldo Etherington
ha ora salito una linea sulla parete principale della montagna.

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Dopo essere volati con un elicottero sul ghiacciaio il 25 giugno, il cinque alpinisti hanno subito stabilito il campo base, poi il campo base avanzato ai piedi della parete prima di individuare una linea sulla inviolata parete Nord Ovest. Un “campo” con i portaledge è stato stabilito in parete. Quindi, nonostante le difficoltà (di salute e di cattivo tempo), il team è riuscito a superare alcune sezioni descritte come “estremamente sottili, con roccia friabile e arrampicata tecnica” che hanno rallentato la progressione e hanno reso l’arrampicata sia difficile sia pericolosa.

Con solo quattro giorni rimasti per affrontare gli ultimi 400m che li separavano dalla vetta, sembrava che il team sarebbe stato costretto a ritirarsi ma oggi, dopo 12 giorni in parete, Houlding ha finalmente annunciato via radio che tutti si trovano al sicuro al campo base e che la cima era stata raggiunta durante una tempesta di neve.

“L’abbiamo fatto! Il team ha salito con successo la parete principale della Mirror Wall e ora siamo scesi al sicuro” ha raccontato Houlding, aggiungendo: “Questa enorme parete – più alta di El Capitan – è così liscia e priva di concrezioni che puoi quasi vedere il tuo riflesso. Strategicamente semplice, tatticamente molto complesso – guardare nello specchio per un mese, alla ricerca di una strada di salita, è finalmente finito e l’abbiamo trovato! Siamo tornati al campo base. Il team, poco esperto in questo tipo di gioco, si è distinto e non soltanto è sopravvissuto, ma è anche cresciuto con questa sfida. È stato un privilegio scatenarsi con questi forti ragazzi qui in questo parco giochi per adulti.”

29/11/2006 – Intervista a Leo Houlding
L’inglese Leo Houlding, uno dei protagonisti più conosciuti nel mondo della montagna e dell’arrampicata.

Come mi piacciono queste cose: l’alpinismo tra ragione e passione

Sulla via Antonello Cardinale al Monte Disgrazia con Ivo Ferrari: l’alpinismo in equilibrio tra ragione e passione.

Mentre illumino i miei passi in questa gelida notte, non posso fare a meno di pensare al perché sono qua! La notte è fatta per sognare, per dormire, per riposare. La notte è calda… ed io sono qua, da solo per scelta, da solo per passione! Oggi ho voglia di neve, di ghiaccio, di silenzio, di solitudine. Ho voglia di guardarmi intorno, di immaginare e immaginarmi…

Ho scelto una linea poco ripetuta, quasi sconosciuta, una linea dedicata ad un giovane alpinista lecchese, una promessa, una certezza troppo presto rapita dal destino. La “Antonello Cardinale” tracciata da Benigno “Ben” Balatti, G. Rampone e R. Riva nel sempre più lontano 1985, l’ho osservata ad inizio anno mentre con Dario ripetevamo la vicina “Corvi”, sempre del Ben! Uno scivolo invitante, una linea logica e naturale.

Questo autunno strano, per niente nevoso, caldo e freddo, mi ha fatto salire il “dislivello” e con esso la gamba! Cammino spedito, la fretta impedisce ai pensieri di divagare, ai ripensamenti di pensare ed io ne approfitto per arrivare “velocemente” alla base della linea. Gli occhi puntati verso l’alto studiano la salita, le mani sono calde nei guanti. Come mi piacciono queste cose, queste fughe verso l’alto.

A volte, quando la ragione prevale, riesco anche a condividerle, ma lo faccio solo con amici, quelli veri, quelli rari. A volte, quando la ragione perde, quando “non ce niente che tenga”, quando lungo la strada della normalità capisco, sento, di accelerare troppo, rallento e mi sposto in quella corsia poco battuta, dove non devi guardarti attorno, la corsia che interessa poco, la più sicura, quella personale.

Amo stare da solo, amo avere paura, amo la sera preparare il domani e vivere oggi nell’incertezza. Vorrei scalare uno scivolo senza fine solamente per non finirlo mai, senza sentire (perché anche io lo sento) il bisogno “moderno” del doverlo raccontare…

Come un “forsennato” tolgo e metto le mie picche in una neve ghiacciata. Salgo sicuro accompagnato dal “rumore” del mio corpo… Come mi piacciono queste cose. La cima è una bella cima nel bel mezzo di una cresta fantastica, orlata di cornici e lame nevose. La cima è la fine di qualche cosa… la cima è sempre il punto più alto!

Con poca storia scendo di nuovo verso valle. Cosa fare ora, avvertire qualcuno, mandare foto, cosa fare? In questi anni di “piccoli racconti” ho ricevuto complimenti e critiche. In questi anni ho conosciuto amici e non amici… cosa fare? Perché raccontare? Forse per ricordare che certe linee meritano di più, certi “omaggi” vanno ricordati. Forse per vedere il mio nome stampato, forse per passione… una passione che mi fa sempre dire “come mi piacciono queste cose”. Ve le consiglio…

Ivo Ferrari

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Mur del Pisciadù, cascata di ghiaccio in Dolomiti per i cugini Baumgartner

Sul Mur del Pisciadù (Sella, Dolomiti) Manuel Baumgartner e Martin Baumgartner hanno salito Mur del Pisciadù Eisfall, una cascata di ghiaccio con difficoltà attorno a V+/M6/WI6.

Il 30/12/2015 Manuel Baumgartner e suo cugino Martin Baumgartner hanno effettuato la probabile prima salita di una cascata di ghiaccio sul Mur del Pisciadù (Sella, Dolomiti). La via parte circa 20m a sinistra della famosa Oro e Carbone e segue i primi quattro tiri della via Schwarze Wand (Heinz Steinkötter, Vitty Frismon 1967) per raggiungere la colata di ghiaccio a metà parete. Durante la salita della via Schwarze Wand, ripetuta raramente in estate perché spesso bagnata, i due hanno aggiunto un chiodo soltanto e hanno utilizzato dei vecchi spit di sosta piantati in passato da ignoti. A confermare la bellezza e l’interesse per la nuova salita è il fatto che da fine dicembre la via è già stata ripetuta tre volte.


MUR DEL PISCIADU’ EISFALL
di Manuel Baumgartner

È da due anni che non pensavo ad altro che salire l’evidente colata sul Mur del Pisciadù, ogni volta che mi trovavo in inverno al Passo Gardena la notavo subito.

Il 26 dicembre ho ripetuto la cascata Luianta a Colfosco e non ho resistito, sono salito fino alla parete per darci un’occhiata. Per me era chiaro che le condizioni erano adatte, anche se in verità il ghiaccio non si era formato come negli anni passati. Ma la roccia era asciutta e non faceva troppo freddo per arrampicare in libera. Così ho cercato un compagno motivato…mio cugino di secondo grado Martin è stato subito della partita. Così, il 30 dicembre, abbiamo raggiunto il Passo Gardena ed iniziato i lavori.

La via segue i primi quattro tiri della Schwarze Wand Führe, una via ripetuta di rado ed aperta nel 1967 da Heinz Steinkötter e Vitti Frismon. Abbiamo utilizzato le piccozze già sul primo tiro dove le difficoltà si attestano attorno al M5 e dove i vecchi chiodi sono da trattare con cautela. Il secondo tiro segue verso destra su roccia nera e perfetta per 30m. Anche qui ci sono dei vecchi chiodi, ma è possibile posizionare delle buone protezioni mobili. Il terzo tiro è un misto tra roccia e ghiaccio, con difficoltà attorno a V/M5. Il tratto chiave su roccia si trova invece sul quarto tiro, che segue una sottile fessura per raggiungere un tetto. Difficoltà di VI+ portano attraverso una piccola lingua di ghiaccio in sosta. Il quinto tiro porta verso sinistra su roccia facile sotto la frangia di ghiaccio, per poi attraversare e raggiungere il ghiaccio. Le sezioni su roccia possono essere protette bene con clessidre e Friends ed è qui che si abbandona la via Schwarze Wand.

La cascata di ghiaccio vera e propria è una delizia, e dall’inizio alla fine del tiro offre difficoltà di WI6. Alla fine della cascata abbiamo battezzato la via con un sorso di vino rosso e ci siamo goduti la meravigliosa serata prima di calarci lungo la via e raggiungere la base della parete.

L’intera via offre un’arrampicata molto varia in un’atmosfera fantastica. Tuttavia, non è assolutamente da sottovalutare.

Manuel Baumgartner ringrazia: Edelrid

TOPO: Mur del Pisciadù Eisfall, Dolomiti

Tris Rotondo, lo ski alp al top in Val Bedretto, Canton Ticino

Torna domenica 28 febbraio 2016 il Tris Rotondo, la gara top di scialpinismo del Canton Ticino in Svizzera, una delle più prestigiose del circo bianco internazionale in pelli di foca. Il comitato organizzatore è al lavoro da mesi per un’edizione eccezionale che, confermando i punti fermi della qualità della manifestazione con tre percorsi di diverse difficoltà, presenta anche importanti novità. Quest’anno il Tris sarà al fianco del Nepal, sostenendo l’associazione Kam for Sud.

Domenica 28 febbraio 2016 si tiene la 7ma edizione della competizione di scialpinismo biennale che, oltre ad essere la “top race” del territorio di lingua italiana in terra elvetica (il Canton Ticino), è anche fra le più prestigiose a livello internazionale. Grazie alle sue caratteristiche, infatti, con tre diverse gare su tre percorsi con lunghezze, dislivelli e difficoltà crescenti offre un ampio spettro di possibilità per soddisfare le caratteristiche sia degli amatori che degli atleti più preparati alle lunghe distanze e ai terreni tecnici.

Il Tris Rotondo si svolge nell’alto Ticino, in Val Bedretto per la precisione, attorno al Pizzo Rotondo (3192 m), su un itinerario circolare, come suggerisce il nome, che pur non toccando la vetta della grande montagna, rimane a una quota media superiore ai 2500 metri, percorrendo ghiacciai, ripidi canali e pendii grandiosi. Uno scenario particolarmente adatto alla pratica dello scialpinismo che tocca tre aree linguistiche (italiana, tedesca e francese) e tre cantoni svizzeri (Vallese, Uri e Ticino, appunto), salendo su tre cime alte più di 3000 metri (Chüebodenhorn, Witenwasserenstock e Pesciora). I tre percorsi a cui potranno iscriversi i partecipanti sono: il Short Tris (corto) con 1430 metri di dislivello (i dislivelli si intendono sia in positivo che in negativo) e km. 10,2 di sviluppo per pattuglie di due componenti, il Main Tris con 2230 m di dislivello e km. 17 di sviluppo per pattuglie di due componenti e il Super Tris con 3220 m di dislivello e km. 22,3 di sviluppo per pattuglie di due o tre componenti.

L’edizione 2016 del Tris Rotondo non spingerà solo gli atleti verso le cime più alte del Ticino ma anche verso le altissime montagne nepalesi. Per la prima volta la competizione affiancherà scialpinismo e solidarietà accogliendo e sostenendo l’associazione Kam for Sud, l’Ong ticinese, riconosciuta a livello internazionale e attiva in Himalaya dal 1998 per portare aiuto, scambio di conoscenze e rapporti. Dopo il sisma del 25 aprile 2015 che ha toccato numerose regioni del Nepal, l’associazione si è concentrata nella ricostruzione delle abitazioni distrutte. Tris Rotondo ha deciso di chiedere un piccolo sforzo agli atleti con un aumento simbolico del costo di iscrizione del 2016. A sua volta il comitato organizzatore verserà una quota ulteriore per ogni atleta partecipante. A conti fatti si spera poter promuovere la ricostruzione di 16 abitazioni. I corridori, dal canto loro, approfitteranno di alcune novità nate per l’occasione: il Gran Premio Kam for Sud che premierà alcune squadre sulla base di criteri di velocità, età e altri, dando a tutti la possibilità di vincere, non solo ai più forti. Il Gran premio si svolgerà su una sezione del percorso percorsa da tutte le squadre in gara.

di Lorenzo Scandroglio

Iscrizioni: www.trisrotondo.ch/iscrizione
Facebook: www.facebook.com/pages/Tris-Rotondo
Sito ufficiale: www.trisrotondo.ch

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Concerns remain despite stricter checks on gasoline sales after KyoAni arson attack

KYOTO – Fuel distributors and others are voicing concerns over instructions given by the authorities on July 25 to apply stricter procedures when selling gasoline following the deadly arson attack on Kyoto Animation Co.’s studio last month.

The instructions came after Shinji Aoba, 41, allegedly doused and ignited the KyoAni studio in Kyoto with gasoline he bought from a nearby gas station. The July 18 arson attack left 35 people dead and dozens injured.

In response to the incident, Japanese authorities, including the Fire and Disaster Management Agency, have urged gas stations across the country, through industry groups, to confirm the customers’ identification and the purpose of their purchase when selling gasoline in containers. They also asked that the gas stations keep record of such sales.

Through such moves, the authorities hope to identify suspicious individuals and prevent similar incidents from happening.

Some are worried that the tightened procedures may lead to other problems, while others expressed skepticism about the meaning of such changes.

Since the KyoAni arson attack, there have been a string of incidents where copycat attacks have been threatened.

A controversial art exhibit held this month in Aichi Prefecture was closed down after the event’s organizers received a fax message saying, “I’ll go (to the event) with a gasoline container.”

The Aichi Prefectural Police arrested a man who allegedly sent the message on charges of forcible obstruction of business.

There have also been arrests in Tokyo and Hokkaido over similar incidents.

A gas station operator in Kyoto has started keeping sales records in response to the instructions.

The operator said that although keeping such records is time-consuming, many customers have agreed to the changes.

On the other hand, another operator asked what the gas station should do if a customer does not comply with such checks. “If we refuse to sell (gasoline), it may lead to problems,” the operator said.

“Even if we ask what (the gasoline) will be used for, we cannot know if we are being lied to,” a senior official of an industry group in Kyoto Prefecture said. “What’s the point of the restrictions?”

Nobuo Komiya, a professor at Rissho University, noted that while the identity confirmation aspect may cause people to hesitate to commit impulsive crimes, it will not be enough to stop criminals who are willing to die during such acts.

“What we need are measures to clamp down on people who are about to commit crimes,” Komiya said.

Lampard refuses to make excuses after Chelsea draw

Frank Lampard refused to use tiredness as an excuse after Chelsea drew 1-1 at home to Leicester City on Sunday.

The former midfielder, who played close to 650 games for the Blues, was in charge at Stamford Bridge for the first time since his summer appointment but had to settle for a point as Mason Mount’s early goal was cancelled out by Wilfred Ndidi’s second-half header.

After a 4-0 loss at Manchester United last week and a penalty shootout defeat to Liverpool in the Super Cup in midweek, Lampard is still to taste victory and, as good as their first-half display was against the Foxes, their second-half struggle highlights the size of the task he faces.

Lampard told BBC Radio 5 Live: “The first 25 minutes were fast, we had quality. We could have scored more goals and I was delighted at that start. It was up to us to keep that momentum up and we didn’t.

“We needed to keep the pressure up and we didn’t. There will always be things to work on, it’s early on in the season but we have to remember we need to get points and improve.”

On being tired from the Super Cup game: “I don’t like that as an excuse. We travelled back late on Thursday, it was a late game, it was a long flight. There might be an element of tiredness but there were also problems which we could have fixed that had nothing to do with tiredness. If we had scored when we were playing well that would have changed everything. To go 2-0 up would have caused them more problems.”

 

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